Panettiere ucciso e fatto a pezzi, famiglia incastrata da filmati: «Era violento»
| di RedazioneAveva raccontato ai carabinieri di Giffoni Valle Piana che suo marito, Ciro Palmieri, era scomparso nel nulla dalla sera del 29 luglio. A venti giorni da quella denuncia, il cadavere del panettiere 43enne – che in passato aveva avuto qualche problema con la giustizia – è stato recuperato in un dirupo della strada provinciale 25 che collega il comune dei Picentini a Serino, in provincia di Avellino. Ad ucciderlo, secondo la Procura di Salerno, sarebbe stata proprio la moglie Monica Milite, insieme al figlio Massimiliano, ventenne, e ad un altro figlio di 15 anni. Tutto sotto gli occhi terrorizzati del loro fratellino undicenne.
NEI VIDEO LA FURIA DI MOGLIE E FIGLI
La verità – al netto del movente, che è ancora poco chiaro – è emersa dalle telecamere di videosorveglianza presenti nell’abitazione di via Marano dove i Palmieri, originari di Salerno, vivevano da qualche anno. L’omicidio è maturato al culmine di una violenta lite, avvenuta nel pomeriggio del 29 luglio. Chi indaga parla di una reazione d’impeto da parte della moglie e dei suoi due figli che “con più coltelli” hanno colpito Palmieri. I tre, sotto “lo sguardo sbigottito e attonito di un altro figlio”, il piccolo di 11 anni, si sarebbero poi accaniti su di lui con altri fendenti anche “quando questi giaceva inerte a terra”. Sono immagini, quelle restituite dalle telecamere, definite “agghiaccianti e cruente” dagli stessi procuratori di Salerno, ordinario e minorile, che in mattinata hanno emesso un fermo d’indiziato di delitto nei confronti della donna e dei due figli, ritenuti responsabili di omicidio volontario aggravato – anche dalla crudeltà dell’azione – e di occultamento di cadavere. Sempre le immagini delle telecamere, infatti, hanno ripreso la successiva amputazione di una gamba della vittima che è stata posizionata in una busta di plastica e, poi, abbandonata in un dirupo insieme al cadavere.
LA MOGLIE AVEVA DENUNCIATO LA SCOMPARSA DEL MARITO
Sono stati proprio i tre indagati ad indirizzare gli investigatori in località ‘Pettine’, zona impervia di montagna nella quale vigili del fuoco e soccorso alpino Speleologico hanno recuperato il corpo del panettiere. Decisivo, ai fini delle indagini, il lavoro svolto dai carabinieri della Stazione di Giffoni Valle Piana. I militari, coordinati dal capitano Graziano Maddalena, sin dall’inizio hanno avuto dei sospetti sulla presunta scomparsa dell’uomo, anche in considerazione di una fasciatura ad una mano che presentava la moglie al momento della denuncia. Nelle ore successive, pertanto, hanno provveduto ad ispezionare l’abitazione, sequestrando il registratore dell’impianto di videosorveglianza dell’abitazione. Immagini che, in parte, risultavano già sovrascritte ma che i carabinieri – che nel corso delle indagini hanno ascoltato anche diversi amici dell’uomo e alcuni familiari – sono riusciti a recuperare grazie al lavoro di un consulente tecnico.
“Questa è una di quelle giornate che un’intera comunità non vorrebbe vivere mai. C’è tanto sgomento per un dramma, uno choc per una città dai principi sani, dai valori forti e puri come i nostri”, ha scritto sui social il sindaco di Giffoni Valle Piana, Antonio Giuliano, interpretando il dolore di un’intera comunità. “Pensare che la nostra Giffoni possa venir scossa in maniera così atroce lascia veramente tanto dolore e rammarico”. Nelle prossime ore gli indagati, assistiti dall’avvocato Damiano Cantalupo, saranno interrogati. Dalle loro parole potrebbero emergere elementi utili a ricostruire il movente dell’efferato omicidio, sicuramente riconducibile, tuttavia, ai rapporti tra l’uomo e gli altri componenti della famiglia. Mercoledì, invece, è in programma l’autopsia che sarà effettuata dal medico legale Gabriele Casaburi.
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