Parco nazionale del Cilento in stallo per la mancata costituzione del consiglio direttivo
| di Antonio VuoloIl Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni si trova in una fase di stallo a causa della mancata formazione del Consiglio direttivo dell’Ente. Nonostante siano trascorsi 180 giorni dall’insediamento del presidente Giuseppe Coccorullo, il Consiglio non è stato costituito, mettendo a rischio la gestione amministrativa. La Comunità del Parco ha eletto quattro consiglieri, ma la mancata rispettata della quota di rappresentanza femminile, secondo il Ministero dell’Ambiente, ha portato a una fase di impasse.
Durante la votazione di inizio novembre, infatti, la Comunità del Parco ha nominato, rispettando l’attuale normativa, quattro uomini: Rosario Carione, sindaco di Trentinara e consigliere uscente; Carmelo Stanziola, ex consigliere provinciale e consigliere d’opposizione a Centola-Palinuro; Mimmo D’Amato, sindaco di Petina; Francesco Bellomo, vicino a Fratelli d’Italia e già consigliere comunale di Atena Lucana. Tutti uomini, dunque. I primi tre espressione del centro sinistra, l’ultimo invece di FdI.
Di conseguenza, le altre quatto nomine ministeriali dovrebbero essere esclusivamente femminili così da poter garantire la parità di genere. Ma è proprio qui che la situazione si arena perché anche tra le nomine ministeriali ci sarebbe una figura maschile. Si tratta di Costabile Spinelli, ex sindaco di Castellabate, indicato proprio dal ministero dell’Ambiente. E poi, ancora, Luisa Maiuri, consigliere di opposizione sempre a Castellabate, indicata dal ministero dell’Agricoltura. A seguire, l’ISPRA che avrebbe indicato l’avvocato cassazionista Maria Centrangolo, e le associazioni ambientalista infine avrebbero puntato sul presidente di Legambiente Campania, Maria Teresa Imparato. La discrepanza tra la posizione del Ministero e quella della Comunità crea uno stallo che impatta negativamente sulle attività amministrative e sulla tutela del patrimonio naturalistico.
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