Parco nazionale del Cilento, ricerca rivela presenza stabile di lupi
| di Antonio VuoloUn’importante ricerca condotta nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni rivela la presenza stabile di numerosi nuclei di lupi, alcuni dei quali con fino a 6 individui. L’attività di monitoraggio, parte del progetto nazionale “WOLFNExT“, ha fornito dati cruciali sull’ecologia di questa specie nel secondo parco nazionale più grande d’Italia. Gli esperti di k’Nature hanno utilizzato una varietà di tecniche, tra cui il fototrappolaggio e il wolf howling, per raccogliere informazioni sulla distribuzione e il comportamento dei lupi.
“Dei circa 500 dati di presenza, gli escrementi hanno rappresentato, di gran lunga, la tipologia di segni di distribuzione più abbondante – si legge nel report – Le altre tipologie di dati (avvistamenti mediante fototrappolaggio, rinvenimento di esemplari morti, resti di predazione, tracce su fango o neve) hanno costituito poco meno del 40% del totale, la maggioranza dei quali rappresentato dagli avvistamenti tramite video-fototrappolaggio. Tale tecnica ha permesso di testimoniare la presenza di numerosi nuclei, alcuni dei quali comprendenti fino a 6 individui”.
Dai risultati emerge anche un’alta mortalità della specie all’interno del Parco, con alcuni esemplari uccisi in incidenti stradali o da predatori come i cinghiali. Inoltre, la presenza di cani rinselvatichiti aumenta il rischio di ibridazione e inquinamento genetico per i lupi presenti nell’area.
“Tramite video-fototrappolaggio, è stato anche possibile confermare l’avvenuta riproduzione per uno dei nuclei individuati nel corso del monitoraggio, grazie a delle immagini (risalenti ad agosto 2023) mostranti il branco con almeno 3 cuccioli a seguito – si legge ancora nella relazione finale – Ulteriore fattore particolarmente rilevante emerso durante il monitoraggio è stata l’indicazione di un’elevata mortalità della specie all’interno del territorio del Parco. Gli esemplari di lupi morti rinvenuti sono stati in totale 6 di cui 4 uccisi da incidenti stradali ed uno, caso molto interessante, molto probabilmente ucciso a causa di ferite inflitte da un cinghiale. Questi ritrovamenti fanno ipotizzare che la causa principale di mortalità del lupo all’interno del parco sia, molto probabilmente, da attribuire agli investimenti, nonostante permangono dubbi sul ruolo del bracconaggio tuttora, malauguratamente, presente nell’area protetta”.
L’attività di campo ha anche permesso di raccogliere numerosi dati interessanti su altre specie di mammiferi, tra questi: l’istrice, la puzzola, la lontra, il gatto selvatico, il cervo e il capriolo. Gli studiosi sottolineano, quindi, in conclusione, l’importanza di implementare misure di conservazione per garantire un futuro prospero a questa specie all’interno del Parco.
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