Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni: un tesoro con 4 riconoscimenti Unesco
| di Marianna ValloneE’ un parco nazionale dei «record» il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, il secondo parco protetto più grande d’Italia, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1998 per la sua straordinaria bellezza naturale e culturale. E’ l’unica area protetta in Italia che può vantare ben quattro riconoscimenti Unesco. Uno scrigno di biodiversità con un patrimonio immenso.
Un angolo di terra dal grande valore storico, artistico e archeologico, che comprende i siti Unesco dei Templi di Paestum, del Parco archeologico di Elea-Velia, della Certosa di San Lorenzo a Padula, oltre a numerose città, paesi medievali e siti culturali di importante valore come il Battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte. Un territorio unico al mondo, con un patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore sottolineato dalla sua inclusione nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco, dei Geoparchi e delle Riserve della Biosfera.
Dal 1998 è patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, dal 1997 è stato incluso nella prestigiosa rete della Riserva della biosfera del Programma Mab Unesco (Man and Biosphere) e dal 2010 è il primo parco nazionale italiano a diventare geoparco. Ma andiamo per gradi. “Riserva della Biosfera” è il titolo assegnato dall’Unesco a quei territori che hanno saputo gestire in modo equilibrato il rapporto tra uomo e ambiente e che, per il futuro, si impegnano nella direzione dello sviluppo sostenibile con il pieno coinvolgimento delle comunità locali. Così la Riserva di Biosfera del Cilento Vallo di Diano e Alburni è la più grande d’Italia. Al suo interno una varietà di ecosistemi di elevato valore ambientale, naturalistico e paesaggistico, endemismi unici, grotte carsiche del paleolitico. La flora del Parco è costituita da circa 1800 diverse specie di piante spontanee autoctone. Tra questi, circa il 10% ha un’importanza fito-geografica essendo endemica e / o rara.
La più conosciuta di queste specie, e la più importante è la Primula di Palinuro (Primula Palinuri), specie paleoendemiche con diffusione estremamente localizzata, diventata non a caso il simbolo del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Rarissima e a rischio d’estinzione, cresce in piccole colonie abbarbicate lungo le falesie calcaree, di Capo Palinuro e di Costa degli Infreschi. Il parco del Cilento, dal 2010 è anche il primo parco nazionale italiano a diventare geoparco. Il Geoparco Cilento, Vallo di Diano e Alburni copre l’intero territorio dell’omonimo Parco, dalla costa tirrenica fino alle montagne lucane. Nel territorio il patrimonio geologico è strettamente collegato alla natura e al patrimonio culturale.
Un geoparco valorizza e tutela zone geologiche significative per rarità, interesse scientifico, estetico ed educativo. Attribuisce una fondamentale importanza all’educazione ambientale e all’insegnamento del valore del territorio e a tale fine attua vari programmi educativi relativi a biodiversità, geodiversità, paesaggio.
Ma nel Parco nazionale del Cilento anche il cibo è Patrimonio dell’Umanità. La Dieta Mediterranea, profondamente legata a questa terra, è stata dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Unesco nel 2010. A Pollica, culla della dieta mediterranea, ha soggiornato, vissuto e studiato l’epidemiologo statunitense, Ancel Keys. La Dieta Mediterranea è stata descritta da lui per la prima volta, durante la sua permanenza a Pioppi, coniando il termine “Mediterranean Diet” negli anni ’60. Qui ha sede il Museo vivente della Dieta Mediterranea, collocato al primo piano di Palazzo Vinciprova, gestito, insieme al Museo Vivo del Mare, da Legambiente. Un luogo in cui si tramanda e racconta l’eredità lasciata da Ancel Keys e dalla moglie Margareth.
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