Area protetta: il Parco interviene a proteggere la biodiversità
| di Paolo AbbateDopo l’ intervento del giornaledelcilento.it con un articolo del 1 aprile, l’Ente parco risponde con una nota, a voce della dottoressa De Riso, che riportiamo integralmente.
“L’invasione di specie aliene è riconosciuta fra le principali cause di perdita di biodiversità a livello mondiale. Purtroppo, il problema tocca anche il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Le Norme di Attuazione del Piano del Parco prevedono che l’Ente Parco promuova specifici programmi per la progressiva eliminazione di specie alloctone.
Il problema dell’invasione di specie aliene riguarda anche la spiaggia di Cala del Cefalo, ricadente nel SIC “Scoglio del Mingardo e Spiaggia di Cala del Cefalo”, e oggetto di interventi di protezione degli habitat dunali tramite il progetto LIFE Natura “Cilento in Rete”, che si è concluso a dicembre 2010. Gli habitat dunali sono fra quelli più rari e a rischio di estinzione nel Parco a causa delle attività antropiche. Gli interventi realizzati con il progetto LIFE erano finalizzati a consentire una fruizione turistica sostenibile dell’area senza comprometterne gli elevati valori naturalistici.
Sulla duna di Cala del Cefalo sono presenti vari nuclei di mimosa, albero ornamentale originario dell’Australia e introdotto in Europa quasi due secoli fa, la cui espansione mette a rischi i fragili habitat dunali, soprattutto quelli retrodunali.
Per contrastare il problema, l’Ente Parco, a seguito di vari sopralluoghi effettuati dai suoi tecnici, ha avuto la disponibilità della Comunità Montana Bussento-Lambro e Mingardo, per collaborare alla soluzione del problema. Le operazioni di eliminazione delle mimose verranno effettuate in modo tale da non danneggiare la flora dunale presente.”
Constatiamo che anche il Parco è d’accordo a denunciare nella nota il rischio di estinzione degli habitat dunali, così fragili e rari, a causa delle attività antropiche, tra cui la diffusione di specie aliene. Ma le aree protette nascono proprio per conservare la biodiversità e scongiurare questi danni!
Tuttavia, malgrado le denuncie di Lipu e Wwf alle Autorità nazionale ed europee su scellerati interventi umani realizzati da gestori di lidi balneari, camping, varie attività e da turisti, che hanno danneggiato seriamente e danneggiano tuttora l’area protetta, poco si è realizzato per tutelare l’area.
Ricordiamo che solo ad agosto 2007 , dopo venti anni che si celebrava, fu abolita la “festa del Mito” che si svolgeva sulla duna ogni estate con gravi danni all’area protetta.
Nel 2010 fu realizzata (progetto Life Natura) una recinzione lato mare e strada con paletti e corde, ma subito dopo la stessa fu divelta da “ignoti” vandali. Le mareggiate fecero il resto, proprio perché la recinzione fu realizzata troppo superficialmente.
Ancora oggi si registrano frequenti atti vandalici come rottura dei lucchetti dei cancelli, fuochi di bivacchi nella pineta, rottura dei cartelli didattici, abbandono di rifiuti, transito di veicoli a motore. Abusi che potrebbero essere eliminati o contenuti con una maggiore sorveglianza da parte delle autorità preposte. Ce ne sono, a quanto ci risulta, almeno cinque autorizzate a proteggere l’ambiente .
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