Passaggio nel Cilento per Pina, il raro avvoltoio a rischio di estinzione
| di Marianna VallonePina è un giovane Capovaccaio, l’uccello maggiormente a rischio di estinzione in Italia, giunta a fine estate nel Cilento dal 30 agosto al 3 settembre. L’esemplare fa parte del progetto “Life Egyptian vulture” che ha lo scopo di favorirne la conservazione attraverso la riproduzione e la reintroduzione in natura dei soggetti nati in cattività. Pina è nata lo scorso anno al Cerm Centro Rapaci Minacciati in Toscana ed è stata liberata il 16 maggio scorso nel Parco Naturale della Murgia Materana. Da quel momento tutti i suoi spostamenti sono stati monitorati, e lo sono tuttora, attraverso un Gps, ed è proprio questo strumento che ha consentito di trovarla in difficolta i primi di giugno in Salento, nei pressi di Otranto.
Rimessa in forze al Cras di Matera per poi liberarla nuovamente nella murgia, in tempo utile per farle compiere la sua prima migrazione verso l’Africa. Il 29 agosto il suo Gps l’ha segnalata a in Campania, esattamente su Gragnano. Guido Ceccolini, direttore del Cerm, che da anni gestisce la riproduzione in cattività della specie, ha allertato immediatamente gli ornitologi campani dell’associazione Ardea per intercettare il raro avvoltoio e seguirlo da terra per “accompagnarlo” verso sud. Il raro avvoltoio, dopo un volo su Capri e sul Monte Solaro, si è diretto verso la provincia di Salerno, raggiungendo rapidamente Felitto, nel cuore del Parco del Cilento, per poi virare verso la costa.
A trovarla, grazie alle precisissime indicazioni del navigatore, è stato Alfredo Galietti, naturalista e socio dell’associazione Ardea, nei pressi del comune di Centola. Pina era su un albero, infastidita dalle gazze e cornacchie grigie. Da quel momento Alfredo non l’ha mai persa d’occhio. Pina si è fermata in Cilento dal 30 agosto al 3 settembre sorvolando tutta l’area, fuori e dentro il Parco Nazionale. Una storia, questa, che conferma quanto anche i parchi e le aree protette abbiano un ruolo fondamentale per la tutela della biodiversità. Nel territorio, coordinati dal Cerm, sono stati disposti e monitorati dei punti di alimentazione di cui il capovaccaio, evidentemente stremata, ha subito approfittato.
«Questa specie, infatti, come tutti gli altri avvoltoi è un animale ‘necrofago obbligato’, si nutre quindi quasi esclusivamente di carcasse, una risorsa alimentare molto difficile da trovare, ed è anche per questo motivo che quasi tutti gli avvoltoi rischiano l’estinzione. – ha spiegato l’ornitologo Rosario Balestrieri, presidente dell’associazione Ardea – In altre regioni vengono predisposti dei carnai, siti di alimentazione stabili per avvoltoi. Considerando la rarità della specie, il fatto che l’ultima riproduzione in Campania, a fine anni 70’, è avvenuta proprio in Cilento e che oltre Pina ci sono state altre osservazioni recenti di capovaccaio per questo territorio, sarebbe assolutamente da valutare l’opportunità di istituire un carnaio di supporto a questa specie ed altri possibili avvoltoi che ogni tanto vengono segnalati in Cilento, come i Grifoni. Inoltre i carnai possono aiutare anche altri rapaci in migrazione». Foto ©Alfredo Galietti
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