Perché l’Arminuta è un film da vedere

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Perché l’Arminuta è un film da vedere

«Sei arrivata», sono le uniche parole che il padre dice alla figlia che arriva a casa. Per tutta la durata della pellicola, tra i due saranno solo i silenzi a parlare. Intensi e imponenti. Se ci sono film che lasciano il segno, che non passano inosservati, che possono essere valutati positivamente o negativamente ma che, senza alcun dubbio, emozionano, l’Arminuta è uno di questi.

Un film che non lascia indifferenti e cattura lo spettatore fino ai titoli di coda. Un film da vedere perché per due ore il mondo fuori sembra non esistere. Perché il regista, Giuseppe Bonito, talento del Vallo di Diano, sa indagare i sentimenti familiari come pochi. Perché il lungometraggio è tratto dal romanzo bestseller di Donatella Di Pietrantonio, vincitore del Premio Campiello 2017. E perché, in fondo, stare tra le oche e mangiare con le mani può essere anche bello.

La storia è ambientata nell’estate del 1975, quando una ragazzina di tredici anni viene restituita alla famiglia alla quale non sapeva di appartenere. All’improvviso perde tutto della sua vita precedente: una casa confortevole e l’affetto esclusivo riservato a chi è figlio unico, venendo catapultata in un mondo totalmente estraneo. Per ‘l’Arminuta’ (la ritornata), comincia una nuova e diversissima vita, costretta a dover condividere lo spazio di una casa piccola e buia con altri cinque fratelli. Fino alla profezia della “magara”, una Tiresia al femminile che, all’ombra di un albero, dice alla madre dell’Arminuta: «Non ho la medicina per il tuo lutto. Ma lei ti regalerà una grande soddisfazione».

Per Donatella di Pietrantonio è il terzo romanzo in ordine di tempo, dopo Mia madre è un fiume (Elliot 2011) e Bella mia (Elliot 2014), che segna la definitiva consacrazione nell’olimpo dei grandi autori. Anche per Bonito è il terzo film. Nei suoi 9 anni di carriera come regista ha diretto Figli, Pulce non c’è e L’Arminuta.

Nel cast: Sofia Fiore (nel ruolo dell’Arminuta), Vanessa Scalera, Fabrizio Ferracane, Elena Lietti, Carlotta De Leonardis (nel ruolo di Adriana), Andrea Fuorto, Antonella Stefanucci. Il film è una produzione italo svizzera Baires produzioni, Maro film, Kafilm con Rai Cinema. Il film è realizzato con il sostegno di Lazio Cinema International – Regione Lazio e Mibact.

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