Perché rileggere “Il piccolo principe” ai tempi del Coronavirus insegna ad amare le piccole cose
| di Redazionedi Giangaetano Petrillo
Il libro Il piccolo principe, scritto da Antoine de Saint-Exupéry, è uno dei più letti da sempre. Anche se viene spesso considerato un libro per bambini per la semplicità della sua narrativa, tratta temi profondi, come il senso della vita, l’amore, la solitudine e la perdita. I grandi insegnamenti de Il piccolo principe ci trasportano in un mondo pieno di essenza mista a saggezza. Immagini e situazioni che esemplificano le nostre difficoltà e il modo ridicolo in cui spesso ci comportiamo. Perché la vita non è poi così complicata come sembra, ma siamo noi a renderla tale. L’innocente storia de Il piccolo principe ci mostra un mondo parallelo alla nostra realtà, che ha a che vedere con la vera essenza di tutti noi, racchiusa in una riflessione profonda verso la condizione della natura umana. I suoi insegnamenti ci fanno mettere in discussione il modo in cui viviamo, affinché sia possibile prendere coscienza di come imparare ad essere persone migliori.
«Gli uomini fanno tutto velocemente, ma non sanno dove andare, né quello che vogliono; allora si agitano e girano in tondo. Dove sono? Dove vado? Chi sono? Chi voglio essere? Cosa voglio fare?». Il piccolo principe è considerato un capolavoro in grado di sorprenderci e di catturare l’attenzione di qualsiasi persona, dai bambini agli adulti, indipendentemente dall’età. La sua bellezza radica nei profondi insegnamenti trasmessi attraverso un linguaggio semplice. È un libro ricco di parole che evocano meravigliose immagini, carico di sensibilità e di tenerezza. L’autore ha scritto quest’opera con il cuore e per questo è stato capace di toccare, con le sue parole, i cuori di numerosissime persone.
Alcuni insegnamenti che condividiamo di seguito vi daranno la possibilità di cambiare la vostra prospettiva di vita, soprattutto calandola in un momento così particolare, dove possiamo esprimere liberamente la nostra intima riflessione con noi stessi e con chi, parenti, amici, congiunti, ci circonda. «L’essenziale è invisibile agli occhi», è una delle riflessioni più conosciute de Il piccolo principe, riconosciuta subito da chiunque la legga o la ascolti. Acquisisce un senso ancora maggiore se pensiamo al mondo in cui viviamo, basato sul materialismo, sulla competitività e sulle apparenze. Un mondo rannuvolato da tanta incombenza che non lascia purtroppo traspirare la bellezza interiore delle cose. L’essenziale è invisibile agli occhi ci ricorda che siamo molto più di questo mondo fatto di apparenze. Perché le cose importanti sono quelle che non si possono vedere, sono quelle che si sentono. Come l’amore, la bontà, la generosità e l’amicizia, un tramonto trascorso con una persona care, o sdraiarsi su di una spiaggia di notte in piena estate e osservare la meraviglia del firmamento. Cose che oggi ci vengono negate, ma può soccorrerci l’immaginazione. Ma un giorno, quando tutto ciò sarà superato e vorremo realmente cambiare quella normalità asfissiante, corriamo verso un bel panorama, casomai con la persona amata o con un amico, e godiamo della silenzioso rumore della natura che ci circonda. Soltanto lì comprenderemo affondo che si vede bene solo con il cuore. Gli occhi non vedono l’essenziale.
«Conosci te stesso per potere poi comprendere meglio gli altri». Impegnarsi nell’auto-conoscenza di se stessi è sempre più difficile che giudicare gli altri. È facile lamentarsi del mondo e continuare a ripetere come vorremmo che fosse, tuttavia, cosa state facendo per contribuire a migliorare il mondo? Nel momento in cui prendiamo coscienza di chi siamo e ci impegniamo ad essere persone migliori ogni giorno, solo allora siamo davvero pronti per aiutare e condividere il nostro amore con ognuna delle persone che hanno fatto di noi ciò che siamo. Non esistono persone buone o cattive, esistono persone che fanno ciò che possono, come meglio sanno farlo, con ciò che hanno ricevuto. Una persona non può dare ciò che non ha, per questo è importante che coltiviate il vostro amore. Di questi tempi molti sono stati i profeti, anzi in parte lo siamo tutti. Compreso noi che scriviamo e che pensiamo, quasi sempre, di scrivere del giusto. Questa non è retorica, anzi, è ammettere che la nostra condizione umana è peccatrice, e non soltanto come categoria religiosa, proprio come istinto naturale dell’uomo. Oltre al peccato originale c’è il concetto più laico dell’ Homo Homini Lupus, ma questa condizione istintiva può essere vinta con una profonda e intima conoscenza di sé.
È molto più difficile giudicare se stessi che gli altri. Se riesci a giudicarti bene, è segno che sei veramente saggio. Spesso concentrati molto su stessi non riusciamo a capire e a percepire che intorno a noi stiamo costruendo il vuoto. Come quel sovrano che regna su di un pianeta dove non vive nessuno. Così narcisisticamente sedotto da se stesso non si è reso conto dell’inesistenza del suo regno, in quanto non vi è nessun suddito su cui imperare. Spesso questo succede ed è ancor più enfatizzato dai social, dove crediamo di avere così tante amicizie quando in realtà siamo soltanto noi, immersi nella nostra solitudine, dietro allo schermo di uno smartphone o alla tastiera di un pc. «Amore non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione». L’amore è qualcosa che riguarda due persone, un’unione così speciale che perde senso e forza quando non è reciproco. L’amore si costruisce tramite la collaborazione, quando uno dei componenti è disconnesso, l’altra persona sopporta tutti il peso e la relazione si distrugge. Affinché entrambe le persone guardino insieme nella stessa direzione, con la guida e la forza dell’amore, è necessario condividere progetti di vita. Il fatto di condividere allegrie, esperienze e interessi comuni dà sostegno e vitalità a due anime che condividono un viaggio straordinario. Quasi sicuramente è capitato a tutti, o a molti, di non condividere anzi di separare i propri interessi e di non condividerli. Purtroppo l’amore, che non pretende ma suggerisce, consiglia di guardare insieme nella stessa direzione.
In questo periodo siamo stati costretti a condividere tempo, spazi, luoghi e anche fragilità e imperfezioni. Se volgiamo dunque uscirne migliorati da questo confinamento d’ora in poi amiamo condividere con i nostri partner tutte le nostre passioni, che non per forza devono piacere ad entrambi, ma l’amore è guardare nella stessa direzione. «Alimentate l’entusiasmo e l’innocenza indipendentemente dalle brutte esperienze». Quante più esperienze accumuliamo, tanto più aumenta la nostra sfiducia. Perdiamo la freschezza dell’innocenza, osservando, esplorando e sperimentando cose nuove che ogni giorno ha in serbo per noi. Smettiamo di avvertire la meraviglia racchiusa in qualsiasi cosa.Provare dolore è inevitabile, esattamente come angosciarsi per situazioni difficili. Queste cose fanno parte del processo di crescita che ognuno di noi attraversa, così come preservare l’entusiasmo giorno dopo giorno, per poter continuare a dare un senso a tutto ciò che ci capita. E questo sfugge alla ragione.
Gli adulti da soli non capiscono niente, ed è stancante per i bambini dover sempre spiegare tutto. Questo ci dice il Piccolo Principe, perché spesso la vita, così convulsa e frenetica non ci consente nemmeno il tempo di disperare, perché subito siamo richiamati a lavoro, in ufficio, in azienda o a scuola. Non si ha il tempo di percepire nemmeno che le cose stanno cambiando, e infatti serve un lockdown per rendersi conto di quanto e di come tutto intorno a noi sia cambiato. Ci meraviglia e sorprende ciò che in realtà dovrebbe essere ordinario, come un fiume d’acqua limpida, lo sbocciare di un fiore per strada, così come una carezza di un genitore ad un figlio.
Ed è questa sorpresa che dovrebbe interrogarci su cosa sia realmente l’essenziale e quanto lo abbiamo dimenticato. Cogliamo questa opportunità, dataci quasi per caso, e riscopriamo anche la sofferenza dei tempi che cambiano.Infine, «abbiate il coraggio di conoscere davvero le persone». Ci soffermiamo troppo su quello che abbiamo e poco su chi siamo. Avventurarsi nel conoscere qualcuno in profondità è il miglior modo per scoprire la sua vera essenza, la sua reale bellezza. Facciamo una valutazione esterna, ci fermiamo al pregiudizio e non ci diamo l’opportunità di sapere niente dell’altra persona, perché questa conoscenza è già stata condizionata. Possiamo arrivare all’amore solo se ci diamo la possibilità di conoscere e comprendere gli altri. Stiamo assistendo costantemente al body-shaming, alla derisione del corpo, per deridere una persona per il suo aspetto fisico perché in un mondo in cui la perfezione è la categoria imperante, qualsiasi caratteristica fisica può essere presa di mira.
Perché sempre il Piccolo Principe ci insegna che i grandi amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: “Qual è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?” Ma vi domandano: “Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?” Allora soltanto credono di conoscerlo. Perché in una società consumistica, impegnata solo nel guadagno, anche l’amicizia, l’amore e la bellezza può essere una cifra da dover calcolare.
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