Peste suina africana: monitoraggio, censimento e ricerca nel Parco del Cilento
| di Redazione
Il 15 marzo è stato un giorno cruciale per la lotta alla peste suina africana (PSA) e per la stesura del nuovo piano di gestione dell’ente Parco nei comuni di Roscigno, Sacco e Piaggine, situati nel cuore del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

In questa importante iniziativa, si è svolto un censimento, un monitoraggio e una ricerca attiva della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, con l’ausilio di cani. L’obiettivo di questa operazione è stato quello di contenere la diffusione della PSA, malattia virale altamente contagiosa e pericolosa per le popolazioni di cinghiali, reperire dati scientifici per la stesura del nuovo piano del Parco, giudicare l’operato dei cani coinvolti sotto l’aspetto zootecnico ma anche per l’agricoltura e l’economia locale. Il tutto a titolo gratuito.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra numerosi enti e istituzioni, ognuna con un ruolo fondamentale nel successo dell’operazione. Il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, sotto la guida del direttore Gregorio Romano, ha svolto un ruolo centrale nell’organizzazione dell’evento, fornendo il supporto logistico e tecnico necessario.
L’Università Federico II di Napoli, rappresentata dal professor Domenico Fulgione del Dipartimento di Biologia, ha contribuito con il suo expertise scientifico, fornendo dati cruciali e metodologie per il monitoraggio e la ricerca sul campo. L’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana), nella persona del presidente Dino Muto, ha offerto un supporto significativo grazie alla collaborazione con la Pro Segugio, sezione provinciale di Salerno, specializzata nell’impiego dei cani da seguita, con a capo il presidente Francesco Palmieri. L’uso dei cani è stato fondamentale per localizzare gli esemplari di cinghiali e raccogliere informazioni vitali per il monitoraggio della PSA e per la stesura del nuovo piano del Parco.
Il Dipartimento di Prevenzione, Servizio Veterinario dell’ASL Salerno, guidato dal dott. Domenico Rufrano, ha svolto un ruolo cruciale nel garantire la salute pubblica e veterinaria durante le operazioni, contribuendo con il suo expertise per la gestione della salute degli animali selvatici e l’analisi dei rischi legati alla PSA.
L’iniziativa odierna rappresenta un importante passo verso il controllo della peste suina africana nel Cilento e testimonia la forza della collaborazione tra enti locali, università e istituzioni specializzate. La sinergia tra scienza, esperienza pratica e utilizzo di tecnologie avanzate ha reso possibile questo intervento mirato, che non solo mira a prevenire la diffusione della PSA, ma anche a proteggere l’ambiente e le comunità locali, mantenendo l’equilibrio naturale dell’area protetta e, soprattutto,
creando opportunità economiche nelle aree interne, ormai colpite dallo spopolamento.
L’impegno di tutti gli attori coinvolti in questa operazione è un esempio di come la cooperazione multidisciplinare possa affrontare con efficacia le sfide poste dalle malattie che minacciano la fauna selvatica, con particolare attenzione alla protezione dell’ecosistema e al benessere delle popolazioni locali.
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