Pisciotta, parco pubblico per il partigiano Veneroso: salvò ebrei dai nazifascisti
| di Redazionedi Redazione
«Nella prossima riunione di Giunta, delibereremo a favore della meritata intitolazione per il nostro eroe silenzioso, delle cui azioni valorose, fino a poco tempo fa, disponevamo solo di limitate e frammentarie notizie». Così il sindaco di Pisciotta Ettore Liguori sull’intitolazione a Giuseppe Veneroso di un parco pubblico a Pisciotta.
Cilento Cultura in Movimento, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia/Comitato Provinciale di Salerno lanciò su TelePisciotta Web Tv la proposta, che poi i rappresentanti del Comitato “Giuseppe (Peppo) Veneroso – Partigiano della Libertà”, hanno consegnato come richiesta di intitolazione ad Ettore Liguori, sindaco del Comune cilentano dove l’eroe nacque nel 1921 e da dove partì, non ancora diciannovenne, per arruolarsi nelle Fiamme Gialle.
«Il parco giochi bambini è il luogo ideale per legare il nome di un combattente per la giustizia, ai momenti spontanei della puerizia e perciò a quella libertà, a cui tanti uomini hanno dedicato la propria vita», ha spiegato Luigi Gatto, a nome del “Comitato Peppo Veneroso-partigiano”.
Giuseppe Veneroso nato a Pisciotta nel 1921 e morto a Prato nel 2009, appartiene a pieno titolo alla schiera di quegli italiani eletti che con il loro operato tanto hanno contribuito al trionfo dei valori fondanti della Repubblica Italiana ed al recupero dei sentimenti più nobili, quale la solidarietà tra gli uomini.
«Da buon cilentano riservato e da militare fedele alle consegne del superiore di grado, – aggiunge Gatto – non aveva mai parlato diffusamente, ma solo per accenni alle vicende che l’avevano visto protagonista in quel di Fiume, al confine con l’allora Jugoslavia, fino a quando – pochi anni prima di lasciare la vita terrena – non incontrò a Prato, nel 2006, lo scrittore campano, giornalista di Avvenire, Angelo Picariello, che stava realizzando per le edizioni San Paolo una biografia sul commissario Giovanni Palatucci, questore reggente a Fiume poi deportato e morto a Dachau, salvatore di migliaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, con il quale Veneroso, da giovane finanziere aveva collaborato.
L’uscita poi, nel giugno del 2007, del libro “Capuozzo accontenta questo ragazzo”, dedicato a Palatucci e recante un intero paragrafo dedicato all’opera di Veneroso, attirò per la prima volta l’attenzione sul suo contributo a questa attività di Salvataggio. Così scrisse Paolo Rodari (oggi giornalista di Repubblica) su “Il Riformista”, in una recensione del libro di Picariello quasi tutta incentrata sull’opera di Veneroso».
«E’ lui uno dei principali testimoni viventi capaci di raccontare come, davvero, «almeno cinquemila» (ma altri tremila ne attesta l’agente di polizia Alberino Palombo e altre migliaia potrebbero essere passati sfuggendo a ogni controllo) sono stati gli ebrei salvati da Palatucci prima dell’armistizio del settembre del 1943, gli ebrei cioè fatti passare al confine e provenienti dalla Serbia governata dagli ustascia filo nazisti, o dall’Est europeo: in sostanza il cosiddetto canale fiumano», si legge.
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