Pisciotta, sesso in cambio di soldi: truffa da 23 mila euro. Due condanne
| di Redazione
Il Tribunale di Vallo della Lucania infligge tre anni di carcere a marito e moglie per circonvenzione di incapace
Approfittarono della fragilità mentale di un giovane, inducendolo a consegnare loro 23 mila euro con la falsa promessa di incontri sessuali. Per questo motivo, il Tribunale di Vallo della Lucania ha condannato O.P., 64 anni, e il marito F.Z., 66 anni, a tre anni di reclusione per circonvenzione di incapace. La sentenza prevede inoltre una multa di 2 mila euro e il pagamento di una provvisionale alla madre della vittima, Carmela Maffia, che si è costituita parte civile. Gli imputati dovranno anche sostenere le spese processuali.
Il raggiro e la scoperta della truffa
I fatti risalgono al periodo tra il 16 dicembre 2016 e il 21 gennaio 2017. Secondo l’accusa, a Pisciotta la coppia avrebbe sfruttato la vulnerabilità di un giovane affetto da insufficienza mentale di grado medio e da disturbi del comportamento. La donna lo avrebbe persuaso a credere che fosse disposta ad avere rapporti intimi con lui in cambio di denaro, mentre il marito avrebbe agevolato il raggiro.
Ingenuo e facilmente influenzabile, il giovane si convinse della proposta e, senza informare la madre con cui conviveva, prelevò dalla cassaforte di casa la somma di 23 mila euro. Il denaro venne poi consegnato alla Puglia nella sua abitazione, dove il ragazzo si recava accompagnato dal marito della donna.
La madre della vittima si accorse in seguito dell’ammanco e, dopo aver ricostruito gli eventi, denunciò l’accaduto alle autorità. Le indagini permisero di raccogliere prove schiaccianti contro la coppia, dimostrando il pieno sfruttamento dello stato di fragilità del giovane.
Il processo e la sentenza
Durante il dibattimento, il pubblico ministero ha sottolineato la gravità dell’azione degli imputati, evidenziando come il giovane fosse privo degli strumenti cognitivi necessari per comprendere l’inganno. Il tribunale ha riconosciuto la responsabilità della coppia, condannandola non solo alla pena detentiva, ma anche al risarcimento della famiglia della vittima.
Il giovane è stato assistito dall’avvocato Nanni Marsicano, mentre la difesa degli imputati è stata curata dall’avvocato Angelo Segreto.
Ora si attende il deposito delle motivazioni della sentenza, che chiarirà i criteri adottati dai giudici nella determinazione della condanna. Non è escluso che la difesa possa presentare ricorso in appello, ma la giustizia ha già dato una prima risposta, riconoscendo il danno subito dalla vittima e dalla sua famiglia.
Tutela delle persone fragili
Il caso ha riportato l’attenzione su un reato odioso come la circonvenzione di incapace, che colpisce chi non ha la capacità di autodifendersi. La sentenza rappresenta un monito contro chi tenta di approfittare della debolezza altrui per ottenere guadagni illeciti, ribadendo l’importanza della protezione delle persone più vulnerabili.
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