Frane dappertutto. Gli enti non intervengono, intanto arriva l’inverno
| di Ermanno ForteA Pisciotta la situazione è innegabilmente grave e presenta degli evidenti pericoli. C’è la necessità di interventi urgenti, concreti e non più rinviabili. In questi giorni il sindaco Cesare Festa ha più volte lanciato un grido di allarme per quanto riguarda i mancati interventi volti a mettere in sicurezza le diverse zone del territorio comunale che negli scorsi anni sono state interessate da numerosi fenomeni di dissesto idrogeologico. Il primo cittadino ha riferito di aver presentato continue sollecitazioni agli enti preposti ad intervenire- Provincia, Regione, Protezione Civile, Genio Civile, Ministero dell’Ambiente- ma lo stato disastroso dei luoghi interessati da frane a Pisciotta non ha registrato alcun miglioramento. Qualche giorno fa, Festa ha scritto una lettera pure al presidente del consiglio Berlusconi per cercare di portare con forza all’attenzione dell’opinione pubblica quello che pare proprio essere un incredibile e pericolosissimo "immobilismo", un evidente caso di interventi urgenti non effettuati.
Stamane il giornaledelcilento.it si è recato nei luoghi della zona ferita dai numerosi smottamenti. Percorrendo la strada che da Ascea porta a Pisciotta, due sono le caratteristiche fondamentali che balzano agli occhi: lo stupendo panorama che di cui si gode volgendo lo sguardo verso il mare e la scogliera che vi cade a strapiombo e, per contrasto, la pericolosità del tratto stradale su cui si sta procedendo. In più punti la strada è dissestata, sprofondata, lesionata. Appesa, quasi. Appesa a quel filo sottile che fino ad ora ha garantito che non succedessero delle tragedie, che non ci scappasse il morto. Ai lati della carreggiata, in diversi punti, ci sono massi, pezzi di asfalto. In un punto la strada è veramente sprofondata, ci sono dei "salti" clamorosi. Viene quasi da pensare come sia possibile che sia permesso il transito per queste vie. Qualche minuto prima di arrivare a Pisciotta paese, si transita per una deviazione: il pezzo di strada "ufficiale" è stato reso inagibile da una frana, qualche anno fa. E’ ancora rimasto tutto così, non c’è stato nessun intervento. Ovviamente. Una signora che abita nelle immediate vicinanze riferisce che in quella zona in vent’anni non si è fatto niente per risolvere quel disastro. Dice che è una vergogna. Dice che il territorio dove passa la deviazione è di sua proprietà; dice che non ha ricevuto ancora niente per l’esproprio. Arrivando in paese, si nota immediatamente che la zona in cui la situazione è più critica è quella di via Foresta, nei pressi dell’ufficio postale. Qui due anni fa c’è stata un grosso smottamento. Una casa è praticamente scivolata verso il basso, la strada è chiaramente dissestata. Dal luglio del 2008 le auto attraversano il paese passando su di un ponte ponte mobile a scavalco costruito dalla Provincia. Questo è stato l’unico intervento fatto dagli enti. Costa trentamila euro l’anno. E certamente non affronta il cuore del problema. Di operazioni efficaci e concrete di messa in sicurezza neanche l’ombra.
Gennaro Mazzotti ha un negozio proprio davanti al ponte. In passato ha scritto per Roma e Il Mattino; conosce molto bene la situazione di Pisciotta. Riguardo alla frana, che lo minaccia da vicinissimo, dice "Tutta via Foresta è una zona franosa. Questa è una zona in cui ci sono sempre stati fenomeni di umidità e infiltrazioni, anche dovuti all’acquedotto inefficiente e vecchio, soggetto a frequenti rotture. I tubi si rompono facilmente: non si trovano ad una adeguata profondità e sono del tipo vecchio, di eternit. C’è una casa che sono anni che pian piano si spostava, fino a che si è arrivati allo smottamento di un paio di anni fa. La situazione è pericolosissima; se questa casa crolla, non sappiamo che può succedere. Nei dintorni ci sono tuttte case prive di fondamenta, quindi non si può escludere l’effetto-domino: crolla una casa e insieme ad essa tutte le altre della zona. Sono stati fatti da alcuni tecnici degli interventi per cercare di evitare il crollo limitando le infiltrazioni, e questo a qualcosa è servito. Pare infatti che la casa si sia momentaneamente "fermata". Ma quest’estate, c’è stato un altro smottamento. E ora abbiamo paura, in vista dell’inverno. Sono stati avvertiti più volte gli enti e le autorità competenti, il sindaco sta continuamente sollecitando chi di dovere. Ma nessuno ha fatto niente. La Provincia, la Regione, la Protezione Civile: tutti assenti. E’ vergognoso. E’ vergognoso che non si usi il denaro pubblico per risolvere queste emergenze e lo si sprechi per cose certamente meno urgenti. Pare che se non ci scappa il morto non accade nulla. Una sera stavamo per essere evacuati, qui si rischia seriamente." Gennaro dice che a fine dicembre chiuderà la sua attività commerciale. Le cose già non andavano bene, da quando hanno messo il ponte si vende ancora meno. E, soprattutto, il senso di insicurezza è grande.
Esperti di tali questioni affermano che sarebbe importante, in località Foresta, rifare il tratto stradale, bonificare l’area, abbattere i due edifici pericolanti e rifare i sottoservizi, ma dal ministero dell’ambiente non si percepiscono cenni di assenso per un eventuale finanziamento.
Riguardo alle numerose altre frane che si sono verificate nel martoriato territorio pisciottano, Gennaro afferma: "Per esempio: nella zona del parcheggio l’evento franoso è cominciato a causa della rottura dei tubi dell’acquedotto; poi la situazione si è aggravata a causa dell’azione dell’acqua piovana, certamente. Bisogna pure tenere presente che prima, a differenza di ora, c’erano gli agricoltori che svolgevano quelle opere di "manutenzione ordinaria" fondamentali per la tenuta del territorio: facevano pozzi, convogliavano le acque nei vari canali. E poi si deve considerare la mancata manutenzione delle griglie otturate. E la fogna di via Tulo, rifatta in maniera non idonea. E quant’altro." Sull’incredibile stato della zona Fiumicello, dove si trova la strada prima descritta che giunge a Pisciotta, dice: "Io ho fatto il corrispondente del Roma nel 1968; già allora scrivevo dello smottamento che aveva interessato quel territorio. Anni dopo, per il Mattino, ho fatto tanti servizi giornalistici sulla stessa questione; irrisolta, ovviamente. Ora il problema è ancora lì. Per quei luoghi sono stati spesi tantissimi soldi, ma lì ci sono continui fenomeni di frane. In alcuni periodi ci sono dei veri e propri scalini; fa davvero paura. E difatti i genitori della zona non permettono ai propri figli di transitare coi pullman per quella strada, è troppo pericoloso." Secondo quanto riferito dall’amministrazione, pare che ora ci siano i soldi per intervenire nel disastro di località Fiumicello. Come detto, a Pisciotta il dissesto si vede dappertutto. Altri casi: la frana della zona Convento; quella della zona del bivio Pisciotta- Palinuro, dove un enorme masso è franato ed ha sfiorato un’abitazione. Gennaro esprime in maniera limpida il concetto: "Qui dovunque andate trovate una frana. "
Tra le tante frane, una delle più note e "storiche" è quella della ferrovia, in località Rizzico. Si verificò più di vent’anni fa e, praticamente, non è stato fatto quasi nulla per sanare la situazione critica. Nel 1989 l’Anas per risolvere il problema della viabilità pensò di realizzare una variante a quel tratto della statale 447. Furono abbattuti 100 alberi di ulivo. Ancora oggi la strada non esiste, mentre la frana, seppur monitorata, è rimasta al suo posto. Nel frattempo la competenza è passata alla Provincia di Salerno. Il prossimo anno dovrebbero avviare i lavori ripartendo dai piloni in cemento armato della prima repubblica. Mentre la strada dissestata, ogni tanto, viene "sistemata" con un po’ di asfalto. E si tira avanti. Fino al prossimo disastro.
Nella richiesta di aiuto inviata a Berlusconi, Cesare Festa scriveva: "Le strade di accesso e quelle di collegamento interno somigliano a sentieri di guerra; costoni che si sgretolano con massi che cadono sulle abitazioni; voragini che si aprono dappertutto; fabbricati che minacciano di crollare; nuclei familiari evacuati. Pisciotta sta scomparendo, possiamo piangere dei morti".
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