Cirielli accusa Nocera: «Ha raccontato a De Mita in questi mesi solo fesserie»

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Cirielli accusa Nocera: «Ha raccontato a De Mita in questi mesi solo fesserie»

In questi mesi a De Mita sono state dette molte fesserie, non ci sono motivazioni reali sulla rottura, se c’è da fare un chiarimento lo faremo. Qualche giorno dopo lo strappo a Palazzo Sant’Agostino con l’Udc che lascia la maggioranza il presidente della Provincia Edmondo Cirielli appare per niente preoccupato della tenuta della sua coalizione. Intervistato telefonicamente dal direttore di Telecolore, Franco Esposito, Cirielli rincara la dose contro il coordinatore provinciale dell’Udc, Luigi Nocera, (che aveva chiesto addirittura le sue dimissioni) attribuendogli precise responsabilità su quello che sta succedendo. «Nocera ha finalità personali che nulla hanno a che fare con la politica – sottolinea il presidente – avendo perso un suo candidato alle regionali (Salvatore Arena, ndr) pensa di lucrare qualche posizione ma io non mi faccio ricattare da lui».

Cirielli va oltre e per dimostrare che è «sempre una questione di poltrone» racconta un episodio: «Ho scoperto una cosa gravissima, che il nome dato dall’Udc per la società provinciale dei rifiuti era quello del cognato di Pasquale Mauri, appena eletto sindaco di Angri. Ho chiesto subito le dimissioni di questa persona, è una scorrettezza, non credo che sia giusto nominare parenti all’interno di enti pubblici». Immediata la replica di Nocera: «Io non ho mai avanzato questa richiesta, non so neanche chi sono i componenti della società provinciale dei rifiuti. Il problema non è la gestione del potere ma la condivisione dei problemi. Possiamo anche discutere delle poltrone ma vengono prima le reali esigenze del territorio. Faccio un esempio, non si può parlare di gestione dei rifiuti senza che gli altri partiti sappiano niente. Il presidente della Provincia deve unire e non dividere, non può continuare a fare il presidente di una corrente».

Intanto un nuovo fronte interno di polemica si apre sull’esito del ballottaggio. È il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, uomo di fiducia della ministra Carfagna, a uscire allo scoperto: «I risultati del voto di Angri non sono riconducibili alla gestione del partito. La chiave di lettura di Gambino è del tutto sbagliata perché cerca di addossare colpe al Pdl provinciale invece di ricercare gli errori palesi nella scelta dei candidati a sindaco e nella conduzione della campagna elettorale. Una scelta, che non ha tenuto conto della volontà dei cittadini e che non ha rispecchiato i sentimenti di una città da troppo tempo allo sbando». 

 

Fonte http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/

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