Polla, morte sul lavoro: aperta inchiesta
| di Pasquale SorrentinoGennaro De Rosa si trovava sul capannone della zona industriale di Polla in quanto titolare della ditta che sta effettuando dei lavori di ristrutturazione del capannone (il capannone, invece, appartiene a un’altra azienda). Lo hanno appurato i carabinieri della Compagnia di Sala Consilina guidati dal tenente Martino Galgano. Una tragedia sul lavoro che ha sconvolto l’intero Vallo di Diano. De Rosa, 71 anni, era amato e stimato, non solo nel lavoro ma anche nella vita quotidiana. Sempre attento alla sua famiglia, al suo lavoro, ai suoi dipendenti, e per questo spesso presente sui vari cantieri. Ieri è caduto da dieci metri, a causa di un pannello che è crollato, forse ceduto. Lo diranno le inchieste in atto. E’ morto sul colpo. Il cantiere sarà sottoposto a sequestro. Si tratta della 25esima vittima sul lavoro in provincia di Salerno nel 2021. E oltre al lutto, al cordoglio, all’indagine, è ricominciata anche la bagarre politica.
“L’ennesima morte sul lavoro in provincia di Salerno è lo specchio dei controlli promessi dalla prefettura. Il prefetto Francesco Russo farebbe bene a dimettersi. Resta il principale responsabile se dall’inizio del 2021 si registrano in provincia due “morti bianche” al mese. Da quando difendo i diritti dei lavoratori non ho mai assistito a una cosa del genere”. Così Gigi Vicinanza, componente della segreteria nazionale della Cisal Metalmeccanici, commenta l’ennesima morte sul lavoro. “Dove sono i controlli garantiti dalla prefettura negli innumerevoli summit con le organizzazioni sindacali? Semplici, non ci sono. Perché non c’è il personale per farlo, per coprire una provincia così vasta come quella salernitana. E allora lo ribadisco: il prefetto esca dal suo sfarzoso palazzo di piazza Amendola e tocchi con mano la realtà che lo circonda. Se non è in grado di svolgere il ruolo per cui viene pagato farebbe bene a dimettersi. Non si può continuare a morire di lavoro in provincia di Salerno”.
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