Odissea in ospedale
| di Biagio CafaroAnche se affetti da gravi patologie non è possibile inviare con ambulanze ospedaliere pazienti ricoverati all’ospedale di Polla in strutture esterne a consulenza per effettuare delle terapie con successivo rientro. Questa disposizione della direzione sanitaria è alla base di un episodio da molti definito “vergognoso”.
Episodio che ha visto come protagonista nei giorni scorsi l’o spedale “Luigi Curto” di Polla ed un paziente di Sala Consilina, costretto ad una odissea tra vari ospedali per cercare di porre rimedio alle conseguenze di una grave malattia.
A denunciare l’accaduto è stato il dottor Rosario Tolomeo, medico in servizio al reparto di Chirurgia del nosocomio pollese e che ha avuto in cura il malcapitato paziente affetto da una cancrena conseguenza di una grave forma di diabete.
Il dottor Tolomeo ha anche inviato una segnalazione dell’a ccaduto ai carabinieri della stazione di Polla ed al Direttore Generale dell’Asl di Salerno. «Il 19 gennaio – si legge nella lettera di denuncia – viene ricoverato a Polla un 60enne di Sala Consilina affetto da diabete, con una vasta area necrotica, febbre ed aumento dei globuli bianchi, per il quale rendendosi necessaria la terapia iperbarica veniva fatta richiesta per più giorni, attraverso la Centrale Operativa del 118 di Vallo della Lucania, di un posto letto in una struttura attrezzata. Sia in ambito provinciale che regionale però non è stato trovato alcun posto letto».
Non essendo possibile poter ricoverare il paziente l’unica alternativa restava quella del trasporto del paziente in ambulanza in una struttura dove poter effettuare il trattamento in camera iperbarica per poi tornare nuovamente a Polla, ma ciò non è possibile. «Le attuali disposizioni della Direzione Sanitaria – si legge ancora nella lettera di denuncia – non permettono l’invio di pazienti ricoverati in strutture esterne a consulenza con ambulanza ospedaliera con successivo rientro».
La vicenda si è conclusa nell’unico modo in cui non doveva concludersi, visto che il malato per potersi curare è stato costretto dopo 7 giorni di ricovero a firmare il modulo di dimissione volontaria e con mezzi propri si è recato in un altro ospedale e dopo varie peripezie è stato ricoverato al Cardarelli di Napoli. “Ma che razza di sanitá è questa ? Non si può lavorare in queste condizioni – dice il dottor Tolomeo – ed io non sto a posto con la mia coscienza quando devo dire ad un paziente di firmare il foglio di dimissioni perché noi a Polla non possiamo fare niente e deve quindi vedersela da solo».
Fonte: la città
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