Minestra Sfritta
| di Giancarla PisaniSi tratta di un piatto povero, in uso nelle famiglie Pollichesi durante i periodi di miseria e povertà che si sono alternate a ridosso delle due Guerre Mondiali.
Oggi però la “Minestra Sfritta” rappresenta una vera prelibatezza perché basata su verdure rigorosamente selvatiche e quindi genuine, introvabili nei grandi mercati globali del gusto. Questo ne fa un’eccellenza locale, apprezzata all’unanimità e difficile da reperire.
Per preparare una buona “Minestra Sfritta” è indispensabile, in una bella giornata di sole, fare una passeggiata in campagna nei mesi autunnali. Si raccoglie la borragine, la cicoria, dei cardoni, la bietola selvatica, una varietà di lattuga selvatica caratterizzata da una lacrimuccia nera sulle foglie, ed infine un po’ di finocchietto.
Il piatto viene realizzato nel modo seguente:si soffrigge in un po’ d’olio l’aglio e la cipolla, si aggiungono le patate tagliate a dadini con un filo d’acqua e si fanno cuocere a fuoco lento coprendo la pentola col coperchio. Una volta pronte le patate si mettono le verdure precedentemente lessate e si lascia cuocere il tutto con l’aggiunta di sale quanto basta. Vi accorgerete dal profumo e dall’acqua che si sarà completamente tirata che il piatto è pronto.
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