Possibile ritorno di Tappeto Volante nelle grotte di Pertosa-Auletta, è polemica
| di Pasquale SorrentinoIl possibile ritorno di Tappeto Volante e dell’Inferno di Dante nella grotta di Pertosa-Auletta – come anticipato dal Giornale del Cilento – ha provocato la reazione dell’ex presidente della Fondazione Mida che gestisce il sito, Francesco Antonio d’Orilia con un manifesto pubblico dal titolo emblematico: “Grotte in svendita”.
«Il Consiglio di Amministrazione e la nuova Presidente hanno deciso di concedere alla società Luca Corrado Produzione srls, di cui direttore artistico è Domenico Corrado, la gestione in esclusiva per cinque anni della Grotta per lo svolgimento dello spettacolo Inferno di Dante. Con questa decisione si potrebbe cancellare con un colpo di spugna tutto il contenzioso giudiziario ancora in essere tra la Fondazione MIdAe la ditta “Tappeto Volante srl” dello stesso signor Domenico Corrado. Invece la memoria serve».
D’Orilia ripercorre la vicenda: la Tappeto Volante srl non ha rispettato gli accordi contrattuali stabiliti con la Fondazione MIdA. Con una anticipata rescissione unilaterale del contratto, trasferiva lo spettacolo nelle grotte di Castelcivita lasciando un debito nei confronti della Fondazione MIdA di 48mila euro circa e c’è in corso un contenzioso tra MIdAe la Tappeto Volante srl per questi debiti e per un danno stimato in 100.000 euro.
“I mancati incassi e il debito lasciato dalla Tappeto Volante srl – ha denunciato D’orilia – hanno costretto i dipendenti a decurtarsi lo stipendio del 15% per diversi mesi. Il sottoscritto, per risolvere la crisi finanziaria in cui versava la Fondazione, ha assuntop er 92 mesi a titolo gratuito la responsabilità della Direzione. Questo sacrificio personale ha consentito un risparmio per le casse della Fondazione di 460.000 Euro, visto che il precedente Direttore percepiva uno stipendio di € 5.000 mensili. Dopo l’allontanamento di Tappeto Volante srl il fatturato è cresciuto progressivamente registrando nel 2019 un ammontare di 705.835 € (63.365 visitatori)”.
Secondo l’ex presidente ci sono dei pericoli per la Fondazione e per le grotte che derivano dall’uso delle grotte. “C’è la possibilità di contrarre con un ente pubblico partecipato dalla Regione Campania, per valori di oltre 100.000 Euro. L’ingresso in Grotta contemporaneamente fino a 400 persone, creando i presupposti per il verificarsi di seri rischi ambientali per la conservazione del bene Grotte. La Fondazione sta rinunciando alla sua missione istituzionale La Fondazione sta svendendo a vantaggio di un privato le potenzialità di sviluppo economico che per le comunità rappresenta il bene “Grotte”.
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