Presepi in mostra a Padula, Gesù nasce tra i migranti su un barcone
| di Marianna ValloneE’ un Gesù che nasce tra i poveri, tra gli ultimi, tra i migranti, su un barcone che arriva da un luogo di guerra e disperazione. E’ solo uno dei tanti e suggestivi presepi in mostra a Padula, nelle chiese del centro storico. Un evento curato e realizzato anche quest’anno dall’associazione Amici del Presepio, sezione Pietro Gallo. L’esposizione è un percorso che si sviluppa nella chiesa di Sant’Agostino, di Sant’Angelo, nella chiesa di San Nicola de Domnis e nella chiesa di San Francesco a Padula. Ma la mostra coinvolge anche le stradine e i vicoli che collegano il centro storico, con scene e installazioni in tema con la natività.
Da 25 anni l’associazione dedica a questo speciale momento dell’anno un’iniziativa che porta a Padula presepi di rara bellezza da ogni parte d’Italia, come quello che viene realizzato ogni anno nel cortile d’ingresso della Certosa di Padula. «Cerchiamo di portare ogni anno una novità nei presepi e nelle scenografie – ha spiegato ai microfoni di Italia2Tv Germano Torresi, presidente dell’associazione – E’ un modo per promuovere ulteriormente il nostro territorio». La mostra è visitabile fino al 6 gennaio.
Sul presepe dei migranti è però intervenuto il questore della Camera e parlamentare salernitano di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli, che ha criticato l’allestimento del presepe collocato all’interno di una delle chiese nel centro storico di Padula.
«Gesù bambino è nato in una mangiatoia sotto ad una capanna. E non su una barca di migranti. Basta mistificare le nostre tradizioni soprattutto in vista del Natale», ha detto Cirielli. «Con questo presepe che messaggio si vuole trasmettere ai più piccoli? Che l’Italia deve essere invasa da migliaia e migliaia di clandestini per lo più islamici e far pensare falsamente che anche Gesù fosse un immigrato? Siamo alla follia. Le nostre tradizioni – spiega – non possono essere piegate agli interessi degli scafisti o dei padroni delle cooperative dell’accoglienza e non si può assolutamente calpestare la veridicità dei nostri Vangeli», ha concluso.
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