Primo grado, tribunali “lumaca”: nel Salernitano i più lenti d’Italia
| di RedazioneSentenze penali “lumaca”: in primo grado, Salerno è maglia nera, ma in appello la giustizia è da record. Nel distretto della Corte d’Appello di Salerno, che ingloba il tribunale della “city” e quelli di Nocera Inferiore e di Vallo della Lucania, il tempo scorre molto più lentamente che altrove. Come fa notare il giornalista Carmine Landi, in un articolo pubblicato sul quotidiano La Città di Salerno, un cittadino alle prese con la giustizia penale, in media, si ritrova a dover pazientare 635 giorni prima che il giudice emetta una sentenza di primo grado. Tempi che valgono quasi il doppio della media nazionale, fissata a quota 375 giorni: in primo grado, tra i tre tribunali, un processo penale dura tre volte e mezzo un contenzioso instaurato davanti ai giudici del distretto della Corte d’Appello di Trento. È quanto emerge dal dossier sui tempi del processo penale, pubblicato ieri da Il Sole 24 Ore. Il quotidiano ha elaborato i dati raccolti dal Ministero della Giustizia, applicando la formula utilizzata dalla Cepe, la Commissione europea per l’efficienza della giustizia: la durata media viene calcolata dividendo i procedimenti penali pendenti e quelli definitivi e moltiplicandoli per i giorni presi in considerazione. In questo caso, i dati sono riferiti a 181 giorni, il primo semestre del 2018. Dal computo emerge che i pm salernitani sono abbastanza celeri: le indagini in procura, infatti, tra Salerno, Nocera e Vallo, durano in media 276 giorni. Quasi due mesi in meno rispetto al trend nazionale, che s’attesta a quota 323, e all’incirca la metà di quel che ci vuole nel Distretto delle inchieste “lumaca”, che è quello di Brescia: lì, in media, i pm impiegano 535 giorni.
E il podio della lentezza, in questo caso, è tutto settentrionale, visto che seguono Torino a quota 460 e Milano coi suoi 457 giorni. La procura più veloce d’Italia è quella di Campobasso, che per indagare ci mette 160 giorni. Investigatori salernitani celeri: forse è per questo che, prima d’emettere una sentenza di primo grado, i giudici di Salerno, di Vallo e di Nocera impiegano più di tutti gli altri colleghi del resto d’Italia. Il dato curioso, infatti, è che, tra le indagini in procura e le sentenze di primo grado, in qualche caso ci sia un’inversione delle graduatorie, e la Brescia lenta ad indagare diventa velocissima a giudicare: appena 209 giorni. E a Torino è a 232, Milano a 321, tutte al di sotto della media, che Salerno sopravanza abbondantemente. A beneficio della Corte d’Appello, che è la più veloce d’Italia: appena 242 giorni. Appena otto mesi. In tutta la nazione nessuno riesce a far meglio della Corte presieduta da Iside Russo. E non è un record semplice, visto che, dal Nord al Sud, è davanti alla Corte d’Appello che i procedimenti penali durano di più: la media, in questo caso, sale a quota 759. Il collo di bottiglia. E la maglia nera, in questo caso, va al Distretto limitrofo, quello di Napoli, che ci mette più di quattro anni, 1.495 giorni, per l’esattezza per definire un procedimento penale in Corte d’Appello. I giudici salernitani impiegano un sesto rispetto a quelli del capoluogo. Aggiungendo i 132 giorni di durata d’un processo davanti alla Corte di Cassazione, un procedimento penale “salernitano” dura 1.285 giorni: poco meno di tre anni e mezzo, 304 giorni in meno rispetto alla media nazionale, che è a quota 1.589. Insomma, nel Salernitano il “fine processo mai”, paventato da chi osteggia lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado, fa meno paura che altrove.
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