Punto nascita Sapri rischia chiusura, proposta Vibonati: «Accorpare reparto con Vallo della Lucania»
| di Marianna ValloneUna proposta per scongiurare il rischio chiusura del Punto Nascita dell’Ospedale Immacolata di Sapri, arriva dal sindaco di Vibonati Manuel Borrelli, che ha lanciato l’idea di accorpare i reparti materno infantile dell’area a sud di Salerno, Sapri appunto, con Vallo della Lucania.
Il 31 dicembre il Punto Nascita di Sapri rischia nuovamente la chiusura per via del tetto dei 400 parti all’anno stabilito dal Decreto Balduzzi. Nel 2018 la chiusura dei punti nascita di Sapri, Polla e Vallo della Lucania fu scongiurato grazie ad un’azione congiunta dei Sindaci, dei sindacati, dei comitati di cittadini, della Regione Campania e dell’Asl di Salerno. 1Il 14 novembre il Comune di Vibonati ha risollevato il problema cercando di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica di fronte alla scadenza del 31 dicembre e ha lanciato l’idea di accorpare i reparti materno infantile dell’area a sud di Salerno», ha spiegato il sindaco Borrelli.
«Nei giorni successivi i Sindaci di Sapri e di Vallo della Lucania hanno incontrato il responsabile del reparto di ginecologia di Vallo della Lucania e hanno tracciato le basi della proposta per accorpare i reparti dei plessi ospedalieri di Sapri e di Vallo della Lucania. La regione Umbria che presenta spesso le stesse problematiche del territorio cilentano nel 2016 istituì per alcuni ospedali delle Aree funzionali omogenee integrate in modo che le unità operative potessero rispettare tutti gli standard di qualità previsti (tecnologici, strutturali e anche organizzativi in termini di personale medico, guardie mediche, ecc.)».
Perché della proposta di accorpamento
«Nel caso specifico – ha aggiunto Borrelli – le unità operative della cosiddetta Area funzionale omogenea integrata (Afoi) hanno consentito che tutti i professionisti ruotino all’interno della stessa struttura di Ostetricia e Ginecologia inseriti in un unico percorso, al fine di acquisire sempre maggiore formazione, esperienza e manualità e garantire tutti i criteri di qualità e sicurezza richiesti nel percorso nascita. Questa soluzione ha permesso di superare definitivamente il tetto dei 400 parti che è il punto cardine del decreto Balduzzi in modo da avere un unico reparto con due o tre sedi dislocate sul territorio. Ritengo necessario che l’azienda sanitaria indichi quanto prima una strada da percorrere per non lasciare nell’incertezza più totale le popolazioni del basso Cilento. I parlamentari eletti in Provincia di Salerno dovrebbero lavorare per modificare il decreto Balduzzi che mortifica di fatto le aree più periferiche e disagiate del paese».
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