Quando l’arte cura: i presepi della SIR di Castel Ruggero per costruire il futuro

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Quando l’arte cura: i presepi della SIR di Castel Ruggero per costruire il futuro

Il suono della carta vetrata e delle dita che accarezzano il legno, non è solo un sottofondo ma una melodia di guarigione nel laboratorio di falegnameria della Sir di Castel Ruggero. Qui, per un anno, le mani di chi vive fragilità quotidiane, hanno atteso il Natale lavorando con la testa e con il cuore. Gli ospiti psichiatrici della struttura intermedia residenziale, seguiti con amore e competenza, hanno dato vita a una collezione di presepi artigianali e artistici che vanno oltre il semplice simbolo natalizio.

Oltre trenta opere d’arte, in legno, sughero, e polistilene, sono stati realizzati durante il laboratorio di falegnameria, guidati da un maestro esperto, Vincenzo Cernicchiaro, dell’associazione Anspi. Attraverso l’artigianalità, gli ospiti trovano uno spazio sicuro dove esprimere sé stessi, superare paure e dare forma a emozioni difficili da raccontare. Molti di loro si avvicinano per la prima volta a un lavoro manuale, imparano non solo a creare, ma a credere. Ogni dettaglio porta la firma invisibile di chi lo ha realizzato. Ma questi presepi non sono destinati a rimanere confinati all’interno della struttura. Sono stati messi in vendita per coinvolgere la comunità e sostenere il progetto. Altri sono stati destinati ad una lotteria simbolica per essere sorteggiati.

Pezzi unici che raccontano storie di rinascita, resilienza e impegno, dolore e speranza. «Ogni presepe è una piccola vittoria», ha raccontato il maestro che ha guidato il progetto. «Le mani che modellano il legno stanno anche ricostruendo fiducia, speranza e voglia di futuro. E’ stata una esperienza straordinaria. A me ha dato molto. Hanno partecipato con tutti i limiti lavorando al meglio, l’arte presepiale è complessa, prevede tante discipline, abbiamo trascorso ore importanti insieme. Qualcuno di loro è riuscito a realizzare strutture complicate con grande perizia». E’ il caso di Antonio che ha dipinto ogni dettaglio con precisione e meticolosità, ma anche di Antonello, Vincenzo, Raffaele, e di tutti gli altri. Ad esempio Leopoldo si intratteneva con loro cantando. «Portare avanti questo lavoro con i nostri ospiti è stata una sfida, ma soprattutto una grande soddisfazione. Per loro ogni gesto, ogni dettaglio rappresenta un passo verso la fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità. È emozionante vedere come, attraverso le loro mani, nascano opere così belle e significative», ha commentato Adelaide Fiorillo, operatrice della SIR che insieme ai colleghi ha seguito gli ospiti anche durante le ore di laboratorio.

Tra le opere create, un presepe si distingue per la potenza del messaggio di pace universale che vuole trasmettere per una terra martoriata. Realizzato con particolare attenzione e cura, è ambientato non a Betlemme, ma tra le macerie e le ferite della Striscia di Gaza. «Abbiamo voluto raccontare la pace che deve ancora nascere», spiega la referente della Sir, Caterina Speranza. «È un’opera che invita a riflettere sulla necessità di un Natale di pace, non solo nei cuori, ma nel mondo intero. Un richiamo silenzioso ma potente che ci ricorda che la guerra, ovunque accada, è una ferita per l’intera umanità. Gesù è nato per portare amore, ma a distanza di duemila anni l’uomo non è ancora in grado di donare pace». Il laboratorio di falegnameria è un progetto a cuore della Sir di Torre Orsaia che da anni segue gli ospiti in numerose attività ricreative. «E’ un progetto voluto fortemente dall’Asl Salerno, – spiega la dottoressa Speranza – e dal nostro direttore Antonio Mautone, che ha chiesto di realizzare una mostra presepiale quando ha visto cosa era stato realizzato. Questi presepi ci hanno unito, ognuno di noi si è messo in gioco e in discussione. Ognuno di noi deve abbattere il muro di indifferenza e odio che massacra il mondo intero».

«Ho cercato di finalizzare le attività, cosiddette ludico ricreative, nell’ottica che possa avere una ricaduta sul piano quotidiano e della continuità. – ha affermato Antonio Mautone, direttore U.O. Salute Mentale di Sapri – Ad esempio immaginando di avvicinare i nostri pazienti all’arte presepiale, inculcare in loro la bellezza e la possibilità di realizzare questi manufatti, affinché un domani possano anche svolgere un ruolo nella produzione e nella vendita, in modo continuo, con il supporto nostro e delle imprese del territorio. Vorremmo realizzare un momento artigianale locale che possa dedicarsi a questo, faremo di tutto per favorire quest’attività».

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