Reflui nel mare di Scario, sindaco e funzionario a processo

di Marianna Vallone

E’ approdato martedì in Tribunale a Vallo della Lucania il caso che vede coinvolti il sindaco di San Giovanni a Piro, Ferdinando Palazzo e un funzionario dell’ente. Precisamente per l’ipotesi di “inquinamento e deterioramento delle acque marine di Scario”.

L’udienza preliminare del processo a carico del primo cittadino si è svolta ieri mattina, e ha visto respinta, dal Gup, la richiesta avanzata dal Comune limitrofo di Santa Marina, di costituirsi parte civile «per i danni subiti».

Ma facciamo un passo indietro. Nel 2015, pochi giorni dopo l’insediamento dell’amministrazione di Ferdinando Palazzo al Comune di San Giovanni a Piro, l’Arpac verificò, attraverso delle consuete analisi, che le acque reflue provenienti dalla rete fognaria finivano direttamente in mare, davanti l’abitato di Scario, senza subire un trattamento preventivo, non collettati in alcun impianto di depurazione. Tanto era bastato all’Arpac per denunciare Palazzo, in qualità di sindaco, e un dipendente comunale per aver consentito il deterioramento delle acque marine in un’area, tra l’altro, sottoposta a speciale protezione.

Il fatto è poi finito in tribunale. Nell’udienza di martedì il Comune di Santa Marina aveva richiesto di costituirsi parte civile perché danneggiato dalle condotte. Una richiesta alla quale però si è opposto il legale del Comune di San Giovanni a Piro, l’avvocato Franco Maldonato, il quale ha evidenziato che il Comune di Santa Marina non ha fornito prove di eventuali danni delle acque della vicina Policastro. Il Gup ha accolto l’opposizione della difesa di Palazzo e ha ritenuto inammissibile la richiesta del comune di Santa Marina.

Intanto è in cantiere il depuratore comprensoriale in località Hangar che servirà i comuni di San Giovanni a Piro, Santa Marina, Torre Orsaia e Roccagloriosa. Sarà su questo argomento e sul lavoro che si sta svolgendo per ovviare alla mancanza del depuratore – ereditata dal passato – che verte la difesa di Palazzo.