Resti umani nel cantiere: indagini in corso per svelare l’identità e la storia del ritrovamento

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Resti umani nel cantiere: indagini in corso per svelare l’identità e la storia del ritrovamento

Emergono nuovi dettagli sul ritrovamento dei resti umani scoperti mercoledì scorso in un cantiere Edison situato in località Incassata, a Montecorvino Rovella. Si tratta di ossa appartenenti a un giovane, anche se non è ancora chiaro se si tratti di un uomo o di una donna. Dai primi esami non emergono segni evidenti di violenza o indizi che facciano pensare a una morte traumatica.

Le analisi preliminari

Nella mattinata di ieri, su incarico del pubblico ministero Marinella Guglielmotti, la dottoressa Marina D’Aniello, medico legale, ha condotto una prima analisi sui resti custoditi presso l’obitorio dell’ospedale “Santa Maria della Speranza” di Battipaglia. Il materiale rinvenuto include una mandibola con alcuni denti (grazie ai molari si è ipotizzata l’età giovane della vittima), una parte del cranio, un omero, una clavicola, una vertebra lombare, frammenti di costole e scapole, oltre ad altre ossa sparse.

Per ora, l’identità dei resti rimane avvolta nel mistero. I reperti sono stati sequestrati dalla Procura di Salerno, che sta pianificando ulteriori esami affidati a un collegio di esperti. Tra le ipotesi più accreditate vi è quella che i resti appartengano a un soldato tedesco morto durante la Seconda Guerra Mondiale, ipotesi supportata dal contesto storico della zona. Tuttavia, solo analisi più approfondite potranno confermare questa teoria o aprire nuove piste investigative.

Il ritrovamento e le operazioni sul campo

Gli operai impegnati negli scavi per conto di Edison hanno segnalato immediatamente il rinvenimento ai carabinieri della stazione locale, guidati dal maresciallo Francesco Grimaldi. Le operazioni sono state coordinate dalla Compagnia di Battipaglia, sotto la direzione del capitano Samuele Bileti, che ha prontamente informato la Procura di Salerno per l’avvio delle indagini.

Uno scenario ancora da chiarire

Nonostante le similitudini con altri ritrovamenti di soldati tedeschi morti durante la ritirata nazista dalle colline salernitane, il caso resta aperto. Gli inquirenti non escludono altre ipotesi, come quella di una vittima di una delle tante “lupare bianche” che hanno segnato il territorio nella seconda metà del Novecento o di una persona scomparsa in circostanze misteriose.

Le indagini proseguono, e solo ulteriori accertamenti potranno dare un volto e una storia a ciò che resta di una vita ormai dimenticata.

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