Riaprono le scuole del Cilento e Vallo di Diano: cosa succede in caso di contagio?

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Riaprono le scuole del Cilento e Vallo di Diano: cosa succede in caso di contagio?

Test salivari, finestre aperte o impianti di aereazione, mascherine, piattaforma per verificare i green pass: sono gli ingredienti “anti Covid” per il ritorno in presenza a scuola. L’anno scolastico per il Cilento e il Vallo di Diano, come per tutta la Campania, è partito oggi, 13 settembre. L’ultima novità in materia di contrasto al virus tra i banchi è il certificato verde richiesto non solo a tutti coloro che operano nella scuola ma anche ai genitori degli alunni, una notizia che ha scatenato la rabbia e la protesta di molte famiglie.

Il personale scolastico vaccinato supera ad oggi il 93%, in cinque regioni raggiunge il 100%: Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Toscana. Le mascherine, almeno per ora, andranno indossate e si potranno togliere solo alla mensa e in palestra; saranno fornite dalle scuole come lo scorso anno. La proposta del ministro Bianchi e contenuta nel decreto del 6 agosto di toglierle se tutti vaccinati per ora è slittata, ma si sta ancora ragionando sulle linee guida.

In quarantena solo singole classi o istituti

Niente più Regioni intere con studenti a casa, si tenterà di fare ricorso alla Dad il meno possibile. «È scritto chiaramente nel decreto del 6 agosto, il 111 – ha spiegato il ministro Bianchi in una intervista a Repubblica -: se in un istituto si certifica un focolaio, si isola l’istituto. Se il contagio è in una classe, si isola la classe. Non vedremo più intere regioni con i plessi chiusi per il Covid. Abbiamo scelto un approccio strutturale per non tornare più in Dad».

E però il tema delle quarantene, nel caso vi sia un positivo in classe, ha sollevato diversi dubbi tra i presidi. Lo scorso anno erano si trattava di 10 giorni che diventavano poi 14 per poter avere l’esito del tampone dopo l’isolamento, ora la legge prevede che per i vaccinati scenda a 7 giorni ma i dirigenti scolastici mettono in guardia dalla difficoltà che sorgeranno in classi in cui una parte è vaccinata un’altra no, con periodi di quarantene, dunque, diversi.

Test salivari a campione e ricambio dell’aria

Per quello che riguarda i test salivari, il piano prevede di monitorare almeno 55mila alunni ogni 15 giorni. Un campione, dunque, di circa 110mila studenti al mese, rappresentativo della popolazione scolastica di riferimento che ammonta ad un totale di circa 4 milioni 200mila alunni. Ad essere coinvolti, su base volontaria, studenti delle classi primarie e secondarie di primo grado, ossia elementari e medie

Per il ricambio dell’aria il Comitato tecnico scientifico ha stabilito che dovrà essere assicurato aprendo le finestre ma sono stati stanziati fondi con i quali le scuole possono autonomamente decidere di installare impianti di filtraggio e pulizia dell’aria «anche perché un conto è aprire le finestre in inverno a Bolzano, altro è farlo a Palermo», ha osservato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

Niente distanziamento in classe

Altra grossa novità: niente distanziamento di un metro in classe. «Abbiamo seguito le indicazioni del Comitato tecnico scientifico che si è mosso sulla base del forte aumento delle vaccinazioni», spiega Bianchi a Repubblica, accennando a dati incoraggiati anche fra gli studenti: «Due terzi, nella coorte 12-19 anni, sono alla prima dose. Tra i 16 e i 19 anni saliamo sopra il 70 per cento. Le scuole saranno sicure. Abbiamo lavorato molto, alla scuola abbiamo dato risorse, personale. Abbiamo fatto tutto quello che c’era da fare».

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