8 Marzo Centenario della Giornata Internazionale della Donna
| di Marisa RussoCerto ogni evento rituale, acquista diversa importanza secondo come lo si attua. La superficialità ed il consumismo troppo spesso banalizzano questa ricorrenza che ha un’origine drammatica ed importante, oltre ad un contenuto ancora molto valido. E’ trascorso più di un secolo da quell’assassinio di 129 operaie nella fabbrica tessile di New York, morte d’asfissia, intrappolate in uno spazio che avrebbe dovuto garantire loro la vita. La richiesta di legittimi diritti le costrinsero ad uno sciopero conclusosi tra le fiamme, mentre rivendicavano il diritto di lavorare e contemporaneamente di diventare madri, di occuparsi dei propri bambini e di autodeterminare quindi i tempi della maternità. Fu allora che l’Onu ed il mondo si accorsero che le donne oltre al diritto al lavoro avevano il compito ed il diritto di procreare, fu allora che si comprese il senso della lotta di quelle operaie. Celebrare l’8 Marzo Giornata Internazionale della Donna, instaurata nel 1911, a distanza di 100 anni, non è solo commemorazione di tale grave sacrificio per l’inizio di diritti legittimi per le donne, ma è richiamo alle tante problematiche ancora esistenti per le donne. Mancanza di lavoro, di aiuto di servizi sociali, di rispetto contro ogni tipo di violenza, sono solo i maggiori mali. In particolare in questo momento storico l’impegno per l’iter sociale della donna diventa essenziale e si amplifica in una visione ampia alle tante problematiche attuali. E’ necessario essere ben lungi da voler imitare gli uomini in usi e costumi deleteri, ma riqualificare il valore del genere femminile, in tutta la sua diversità, da affermare e formare sempre con maggiore impegno La donna da sempre, oltre al suo specifico lavoro esterno, è abituata a prendersi cura della famiglia e della casa, e le attuali problematiche sociali la impegnano maggiormente per la difesa della salute e dell’economia familiare. Occorre prendere posizione per la pericolosa situazione ambientale, per le sofisticazioni alimentari, per le difficoltà economiche ed altro. Il mal costume, l’uso del corpo delle donne, avulso dall’intera personalità, l’oscenità della divulgante pubblicità che usa tali corpi per richiami alla vendita, sono altri problemi che devono richiamare l’impegno serio e l’azione delle donne per una diversificazione comportamentale. E’ ora il momento di un nuovo cambiamento nell’impegno delle donne, ma ancora più forte e con ampio sguardo, anche nel mondo scientifico e tecnologico. Un compito da non dimenticare è quello di aiutare gli uomini ad una nuova visione delle donne, superando dissociazioni e paure diffuse, per un completamento di qualità di genere diverse, ma che esigono uguali diritti. Avrebbero molto da guadagnare anche loro, poiché le vere donne non avrebbero più necessità di acuire quella qualità negativa, la furberia, per necessità alimentata dal sesso femminile per controbilanciare la mancanza di diritti legittimi e con la quale, in modo subdolo, troppo spesso manipolano l’altro sesso.
Nell’accettare un rametto, o meglio una pianta, di mimosa, di storico rituale, con l’etimologia della solare gialla infiorescenza, da “mimar”= accarezzare, ricordiamo anche il desiderio sempre presente di dolce tenerezza. Questo pudico fiore, che ad ogni tocco della mano si chiude in sé, insegna anche l’importanza di un profondo sguardo interiore, richiamando ad una RIFLESSIONE, primo presupposto per qualsiasi cammino esistenziale.
©Riproduzione riservata