Davanti al castello di Marina di Camerota c’è una vera e propria discarica
| di Ermanno ForteNella mattinata di ieri, un amico che lavora sulla spiaggia di Capogrosso mi dice:"Passando vicino al castello si sente una puzza incredibile…" "Come mai?" gli rispondo."Non hai visto cosa c’è davanti all’entrata del castello?" , mi chiede. "No,cosa c’è?", rilancio,sempre più sudato e inquieto." C’è di tutto: materassi, lavatrici, spazzatura marcescente. Di tutto" . Rimango sorpreso per 3 secondi, poi la sorpresa lascia il passo alla consapevolezza che una cosa del genere non è improbabile. Anzi.
Nel pomeriggio,intorno alle 16 e 30, decido di andare a controllare di persona. Mi accompagnano Gianni e la sua fotocamera digitale. Arriviamo sullo scooter proprio davanti all’ imbocco della brevissima stradina che porta all’entrata principale del gigante, ferito da anni e anni di abbandono, svilito da tonnellate di indifferenza. Subito rimaniamo sorpresi da una cosa: al posto della sbarra cancellata, che prima ostruiva l’imbocco della stradina, c’è un furgone bianco. Si "incastra" perfettamente allo spazio del passaggio, tant’è che io e Gianni passiamo a stento ai lati del mezzo. Percorrendo pochi metri ci accorgiamo subito che le parole di Lorenzo, il mio amico bagnino, corrispondono alla realtà delle cose. Lo spazio antistante le scalinate di ingresso al castello si presenta ai nostri occhi subito per quello che è: una discarica. L’eterogeneità dello schifo che invade i nostri sensi è veramente notevole. C’è di tutto. Sacchi di spazzatura di ogni colore e dimensione, pezzi di plastica, lamiere, bottiglie, pezzi di legno, i più disparati materiali che sono lo "scarto" di lavori di edificazione, pezzi di mobili, una piccola imbarcazione abbandonata, materassi, stendini, un piccolo frigorifero, corde, cartoni, escrementi, giocattoli riversi, schermi di computer, mattonelle rotte, cartacce, oggetti vari ed eventuali. E pure dei pezzi di lastre sezionate, fatte di un materiale che subito a Gianni sembra ETERNIT, quell’insieme di cemento e amianto largamente usato in edilizia nel passato, ora messo fuori legge per la dimostrata tossicità e relativa pericolosità per la salute. Dai confronti fatti in seguito tra le nostre foto e alcune istantanee di lastre di eternit trovate su Google Immagini, il margine di dubbio residuo è davvero esiguo: è proprio eternit. Rimaniamo esterefatti. Increduli e pieni di rabbia. Dopo aver fatto delle foto al tutto, proseguiamo verso l’entrata. Per salire più in alto possibile. Per fare delle foto dall’alto, dalla testa del gigante ferito. Arrivati in cima, salendo per le fatiscenti e semidistrutte rampe di scale interne del castello, finalmente respiriamo. Soffia un vento sincero, lassù. Purifica la nostra pelle soffocata dall’afa d’agosto, i nostri occhi, schiaffeggiati dalle desolanti immagini dell’immondizia, le nostre narici, inondate da un odore certamente poco piacevole. Scattiamo le foto che avevamo intenzione di fare. Comincio quasi a barcollare per l’altezza, ma soprattutto per l’abisso che c’è tra quello che vedo verso il mare, uno stupendo panorama da togliere il fiato, e quello che vedo dall’altra parte, la parte del degrado.
Dopo qualche minuto scendiamo e facciamo le ultime foto. Dirigendoci verso lo scooter, fotografo pure la sbarra riversa a terra, quella che chiudeva fino a poco tempo fa la stradina di accesso al castello. Ed infine immortalo, posizionato dall’altra parte della strada principale, il furgone bianco, con uno scorcio del castello sullo sfondo.
Domande s’impongono alla mente e alla carne: chi ha portato qui questo schifo? Chi l’ha permesso? Da quanto tempo c’è quel cumulo di TUTTO? Com’è possibile che una struttura di elevato interesse storico e culturale sia in queste condizioni? Pagherà qualcuno per questo scempio? Che cosa succederà ora, con la nuova amministrazione? Si ha ancora l’intenzione di venderlo all’asta – se non è già accaduto – a qualcuno che ci costruirà un albergo a 9 stelle con centrale nucleare annessa? Oppure si stanno preparando dei progetti seri di riqualificazione del luogo?
Aspettiamo risposte serie.
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