Riflettori puntati sul centro Juventus, vescovo: «Stato deve garantire servizi indispensabili»
| di Vito CaroneNell’aula consiliare del comune di Sapri si è riunito il Coordinamento Istituzionale del Piano di Zona che è tornato ad affrontare la delicata questione del centro ‘Juventus’ di Vibonati. La struttura, che dovrebbe terminare il servizio di assistenza per il prossimo 31 gennaio, è ancora oggetto di un acceso dibattito che non sembra trovare un punto d’incontro. Se è pur vero che viene riconosciuta da ogni parte l’importanza dell’attività del polo riabilitativo vibonatese, riferimento per i 17 comuni dell’area, continuano le perplessità sul futuro dei 70 pazienti che ne ricevono assistenza socio-sanitaria. «È un nostro diritto e da mesi siamo in attesa di risposte precise che tardano ad arrivare» chiosano dal comitato ‘mamme’. Anche il consigliere regionale Anna Petrone, che sta portando avanti questa battaglia in prima persona, afferma con decisione: «Ho interrogato il presidente della Regione Campania, on. Stefano Caldoro, per conoscere quali provvedimenti si intendono adottare al fine di evitare che le famiglie vengano improvvisamente a trovarsi in una condizione di disagio deprecabile e insostenibile sotto il profilo morale, etico, politico e amministrativo». Stasera erano presenti, tra gli altri, anche i consiglieri regionali Pica, Barbirotti ed il vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro mons. Antonio De Luca, molto provato dal disagio che vivono i pazienti di giorno in giorno. «Lo Stato deve garantire dei servizi indispensabili, senza se e senza ma, e nessuno deve ringraziare per qualcosa che è dovuto» conclude il vescovo. Piena disponibilità per qualsiasi tipo di intervento è stata espressa anche dal presidente della Provincia di Salerno Giuseppe Canfora, che ha raggiunto telefonicamente il sindaco del comune capofila del piano di zona Giuseppe del Medico. Intanto il proprietario, non presente al tavolo di stasera, ha lasciato un messaggio che non ha chiarito i dubbi alla platea. «Il sindacato della Cgil è intervenuto da tempo a fianco dei lavoratori per la tutela di un servizio fondamentale sul territorio» fa sapere il segretario della lega di Sapri Domenico Vrenna. «Guardando al discorso sociale, non si può trasferire l’attività a 200 km di distanza, ovvero a Mercato San Severino, perché sfiderei chiunque – continua Vrenna – a riuscire a sostenere una soluzione del genere, visto che si tratta di un disagio quotidiano».
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