Rifugiato a casa mia, così il Cilento e Diano accolgono in famiglia gli immigrati
| di Marianna ValloneAl via in Cilento e Vallo di Diano un progetto di accoglienza per i rifugiati: saranno ospitati da famiglie del luogo per 6 mesi. Coordinato dalla Caritas diocesana di Teggiano-Policastro, ecco perché potrebbe diventare un modello di integrazione destinato a fare scuola. Già da alcune settimane è stata avviata una prima fase di monitoraggio per poter individuare 10 beneficiari e 10 famiglie accoglienti. I beneficiari dovranno essere cittadini stranieri titolari di un permesso di soggiorno definitivo, potranno essere singoli o nuclei familiari. Nello specifico, ci si rivolgerà soprattutto a coloro in uscita dai circuiti di accoglienza ordinaria in essere sul territorio diocesano.
Esperienza L’accoglienza vera e propria verrà avviata già a partire dalla prossima settimana, e durerà 6 mesi durante i quali ogni singolo percorso di integrazione verrà costantemente monitorato. «Protetto. Rifugiato a Casa Mia – ha spiegato la Caritas – vuole essere un tassello di congiungimento tra il rifugiato e la comunità, la linea di partenza per raggiungere alcuni obiettivi quali l’orientamento e l’accompagnamento all’inserimento sociale, abitativo e lavorativo. Auspichiamo – ha detto don Martino De Pasquale, direttore della Caritas diocesana di Teggiano-Policastro – che questa esperienza di accoglienza non sia solo delle singole famiglie ma delle intere comunità parrocchiali».
Non è la prima volta Per ogni progetto di accoglienza è previsto un kit di integrazione per favorire attività ricreative, sociali e culturali per poter arricchire la conoscenza reciproca. Non è la prima volta che la Caritas diocesana di Teggiano-Policastro diventa protagonista dell’accoglienza diffusa. Lo ha fatto nel 2013, in seguito all’emergenza NordAfrica, partecipando insieme ad altre 12 Caritas al progetto sperimentale ‘Rifugiato a Casa Mia’ che vide 2 famiglie accogliere 3 ragazzi dell’Africa sub sahariana. Lo ha fatto a Natale del 2014 quando ha promosso il progetto “Ed ecco la stella” che ha visto per tutto il periodo natalizio le famiglie del territorio del Vallo di Diano, degli Alburni e del Golfo di Policastro accogliere nei giorni delle vacanze 20 minori stranieri non accompagnati. «Un’esperienza in realtà mai conclusa visti i legami di amicizia nati tra i giovani migranti e i giovani delle famiglie accoglienti», ha concluso la Caritas.
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