Rivoluzione rosa del Vallo di Diano. Ma non politica. A Teggiano vince il “grande r…accordo” Di Candia-Matera

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Rivoluzione rosa del Vallo di Diano. Ma non politica. A Teggiano vince il “grande r…accordo” Di Candia-Matera

Nel Vallo di Diano si può parlare di rivoluzione rosa, forse non di rivoluzione politica, dopo le elezioni e gli scrutini di ieri. Rosa perché il Vallo di Diano non aveva sindaci donne dai tempi della Benvenga a San Rufo, cinque anni fa. Ora invece si siedono sulla poltrona di primo cittadino Michela Cimino a Padula e Angela d’Alto a Monte San Giacomo. Occorre anche rispolverare, giustamente, il lessico. Da prima cittadina. Rivoluzione rosa, quindi, ma non politica. Entrambe hanno ricoperto per quasi una legislatura il ruolo di vice sindaco, entrambe sono state le vice di due storici – per anni di servizio amministrativo e per ruoli ricoperti – politici del Vallo di Diano. Entrambe li hanno battuti.

Paolo Imparato, consigliere provinciale in carica, sindaco uscente per il secondo mandato, è entrato in consiglio per una decina di voti. Raffaele Accetta, da poco ex presidente della Comunità montana, che poteva concorrere per il terzo mandato, invece, si è scontrato contro la differenza di 60 voti, su poco più di mille preferenze, con la sua “storica” ed ex collega politica. Le rotture interne, il non voler lasciare l’eredità politica e tentare di continuare a percorrere le proprie strade, sia comunali che intercomunali, e in primis la volontà popolare di cercare altre vie ha creato questo cambiamento ma che – parere di chi scrivere – non è una rivoluzione politica bensì rosa. Per ora. Poi si vedranno i vari equilibri interni ed esterni. Perché – bisogna ricordarlo – in entrambe le campagne elettorali si sono intromessi anche politici di fuori comune e di enti superiori.

Non è rivoluzione a Montesano dove Giuseppe Rinaldi è stato confermato senza tanta fatica. Oltre un migliaio di voti di preferenza, percentuali altissime per il primo cittadino che si siederà per altri cinque anni sullo scranno di primo cittadino. “Sindaco, a Padula e Monte San Giacomo hanno battuto i grandi vecchi. E qui?”. “Si vede che non sono vecchio”, ha riso il neanche 40enne Rinaldi, già da tempo però in politica. E considerato l’esito delle urne con ottimi risultati. La rivoluzione rosa ha le sfumature di Marzia Manilia, la prima eletta con 899 e che si candida, lo dice la matematica, a ruolo di vice sindaco.

Discorso a parte merita Teggiano. Michele Di Candia, unico in lista ha battuto il quorum, senza disintegrarlo (poco più del 44%). Vanno valutate alcune cose dallo scrutinio. Il boom di voti di Mario Trezza, che ha quasi raggiunto le mille preferenze. È uomo di Corrado Matera e il “gran r…accordo” tra Di Candia e Matera, sta dando i suoi frutti politici. Una volta avversari, si sono uniti e hanno centrato, ognuno, l’obiettivo prefisso (consigliere regionale il secondo, sindaco e ruoli sovracomunali il primo).

Forse a Teggiano però ha perso il contraltare che tanto bene fa la politica. Vanno quindi valutate le 400 schede nulle (molte con su scritti incitamenti a San Cono) e la minoranza che si è disintegrata nella scorsa legislatura.

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