Rogo ecoballe Persano, tracce diossina nel latte: scatta l’allarme

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Rogo ecoballe Persano, tracce diossina nel latte: scatta l’allarme

Tracce di diossina sono state rilevate nel latte di un caseificio a Serre, destando forte preoccupazione tra veterinari e allevatori. Il campanello d’allarme è scattato in seguito ai controlli effettuati dall’Asl dopo l’incendio di rifiuti scoppiato a fine luglio presso la caserma di Persano, un rogo devastante che ha coinvolto l’intera area. Le prime analisi hanno riscontrato la presenza della pericolosa sostanza nel latte, portando i veterinari a procedere con ulteriori controanalisi per confermare la contaminazione e valutare la gravità della situazione.

Il caso ha scosso gli allevatori locali, in particolare quelli di Serre, Eboli e Altavilla Silentina, che già avevano ricevuto indicazioni di non far pascolare gli animali nei terreni vicini alla zona dell’incendio. Nonostante gli avvertimenti, non tutti hanno rispettato le precauzioni, lasciando gli animali esposti a possibili contaminazioni ambientali.

La diossina è una sostanza altamente tossica che si forma durante la combustione di materiali organici e clorurati, come quelli presenti nei rifiuti bruciati a Persano. Le conseguenze di una sua esposizione, anche a bassi livelli, possono essere gravi per la salute umana e animale, motivo per cui l’attenzione è massima. I risultati delle controanalisi sono attesi a breve e potrebbero rivelare ulteriori casi di contaminazione in altri caseifici della zona.

Le reazioni delle autorità e dei politici sono state contrastanti. Mentre l’Arpac (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania) ha inizialmente rassicurato che i livelli di diossina rilevati nell’aria erano “nella norma”, alcuni sindaci, come Francesco Cembalo di Altavilla Silentina, hanno espresso profonda preoccupazione, temendo per la salute pubblica e per l’impatto devastante sull’economia agricola e zootecnica locale. Cembalo, primario del pronto soccorso all’ospedale di Oliveto Citra, aveva già lanciato l’allarme nei giorni successivi al rogo, ritenendo insufficiente il controllo delle emissioni.

Altri politici, invece, hanno assunto un atteggiamento più distensivo, minimizzando i rischi legati all’incendio e paragonandolo, in modo discutibile, a un falò estivo. Il dibattito ha visto contrapporsi centrodestra e centrosinistra: i primi hanno parlato di un vero e proprio disastro ambientale, mentre i secondi hanno cercato di rasserenare l’opinione pubblica.

L’incendio, che ha devastato tonnellate di rifiuti, è stato domato solo dopo una settimana di interventi intensivi da parte dei vigili del fuoco e della Protezione Civile. Tuttavia, le ripercussioni sull’ambiente e sulla salute continuano a emergere, aggravate dalle preoccupazioni legate alla diossina e al possibile impatto a lungo termine.

Una lettera toccante scritta dalla madre di un militare, indirizzata al Ministro della Difesa Guido Crosetto, ha riportato al centro dell’attenzione il pericolo invisibile di sostanze nocive come la diossina. «Ho già perso un figlio in missione all’estero, ucciso dall’uranio impoverito. Non voglio perdere anche l’altro, di stanza a Persano», ha scritto la donna, sperando di smuovere le coscienze e ottenere risposte più incisive dalle istituzioni.

In attesa dei risultati definitivi delle analisi, la tensione resta alta nei comuni colpiti, con il timore che nuove conferme di contaminazione possano far emergere un quadro ancora più preoccupante per la salute pubblica e l’economia locale.

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