Romolo Ridosso: dai pentimenti di camorra al caso Vassallo, tra verità e ombre
| di Luigi MartinoRomolo Ridosso, ex boss della camorra, è di nuovo sotto i riflettori. A 63 anni, l’uomo dovrà affrontare altri dieci anni di carcere per residui di pena, concludendo la sua detenzione a 73 anni. Ma il suo nome è legato anche a uno dei casi più intricati della cronaca italiana: l’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica.
Un passato da collaboratore di giustizia
Ridosso, noto per il suo ruolo di pentito nel panorama della camorra scafatese, ha fornito dichiarazioni che hanno svelato retroscena inquietanti sulla criminalità organizzata del territorio. È stato anche testimone chiave nel processo per il presunto patto politico-mafioso tra l’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, e il clan Loreto-Ridosso, con l’obiettivo di favorire l’elezione di Monica Paolino al Consiglio regionale.
Nel corso delle sue testimonianze, Ridosso ha ammesso di aver raccolto voti in diversi comuni campani, anche se molte delle sue dichiarazioni si sono rivelate incongruenti. Ad esempio, ha affermato di aver cercato consenso in località dove non si poteva votare per Paolino, sollevando dubbi sulla sua attendibilità.
Lo status di collaboratore revocato
Quattro anni fa, a causa delle contraddizioni emerse nelle sue dichiarazioni sull’omicidio Vassallo, a Ridosso è stato revocato lo status di collaboratore di giustizia. Secondo il giudice per le indagini preliminari (gip), le sue deposizioni risultavano poco credibili, soprattutto per quanto riguarda il suo viaggio ad Acciaroli il 3 settembre 2010, in compagnia dell’imprenditore Giuseppe Cipriano.
Il gip ha evidenziato che molte delle spiegazioni fornite da Ridosso erano incoerenti e fantasiose, al punto da ipotizzare complotti che sembravano costruiti ad arte per escludere la propria responsabilità.
Le accuse e i nuovi sviluppi
L’ex boss è attualmente indagato insieme a Fabio Cagnazzo, ufficiale dei Carabinieri, al brigadiere Lazzaro Cioffi e a Cipriano, per il coinvolgimento nel delitto Vassallo. Le dichiarazioni di Ridosso, raccolte in cinque verbali tra il 2016 e il 2017 e successivamente integrate fino al 2022, costituiscono un elemento cruciale per gli inquirenti. Tuttavia, restano molte ombre.
Uno degli elementi chiave è il ruolo di Alfonso Loreto, figlio di Pasquale, ex alleato del clan Ridosso, che ha indicato Romolo come figura centrale nel caso Vassallo. Questo, insieme alla faida interna che ha separato le due famiglie criminali, ha spinto gli investigatori ad approfondire i legami tra il boss e l’omicidio del sindaco pescatore.
I verbali segreti
Le ultime dichiarazioni di Ridosso, rese nel corso di un interrogatorio fiume di dodici ore a Ferrara, sono al momento secretate. La loro pubblicazione è vincolata agli sviluppi delle indagini e all’eventuale riesame richiesto dagli altri indagati.
La figura di Romolo Ridosso, tra accuse di omicidio e un passato da collaboratore contestato, resta al centro di uno dei casi più complessi e controversi della cronaca italiana. Gli investigatori cercano di districare una rete di bugie, contraddizioni e alleanze spezzate, nel tentativo di far luce sulla tragica morte di Angelo Vassallo.
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