Sala Consilina, danni maltempo. Lopardo: «Cavallone lasci il ruolo da sindaco»
| di Pasquale SorrentinoLa tempesta che ha coinvolto e creato danni anche a Sala Consilina lascia strascichi anche a distanza di giorni. Non parliamo – per fortuna – di conseguenze per persone o case bensì dal punto di vista politico nel Comune guidato da Francesco Cavallone e soprattutto nella sua amministrazione.
Un’amministrazione che nell’ultimo tempo – per un motivo o per l’altro – ha dovuto fronteggiare diverse problematiche all’interno della maggioranza. L’assessore Francesco Spinillo ha rimesse le deleghe ed è uscito dalla giunta, il consigliere Nicola Colucci ha fatto altrettanto, alcuni assessori e consiglieri prima assidui nella cosa pubblica sono stati o si sono emarginati. E poi c’è il caso di Tonino Lopardo detto “Coccione”. Già nei mesi scorsi aveva manifestato il proprio dissenso contro la maggioranza nella quale era stato eletto allontanandosi. Ora fa sentire il suo aperto dissenso sui social, sul suo profilo infatti attacca a muso duro il sindaco.
“Credo che sia arrivato il momento che Francesco Cavallone lasci il ruolo sia da sindaco del comune di Sala Consilina che da presidente della comunità montana”, ha tuonato. Da dove nasce questa nuova rottura? Dalla tempesta, appunto, di qualche giorno fa. Ricordiamo che nel quartiere di San Giovanni a Sala Consilina tre famiglie sono state sgomberati per l’acqua alta e il pericolo di inondazione dell’edificio. Presente sul posto oltre al sindaco – come a noi raccontato – solo il consigliere Lopardo. Nessuno più. Così ha riferito. Ma non è tanto questo il problema, da quanto ricostruito, bensì va inquadrato in un evento di pochi giorni successivi, un evento meno pratico e più mondano dove l’amministrazione comunale salese è stata presente con diversi tra assessori e consiglieri e dove Lopardo non c’era. Semplicemente perché non ne era a conoscenza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e fatto scattare l’ira di “Coccione”.
Una situazione abbastanza complessa dal punto di vista della gestione, quindi, per Cavallone che deve fare i conti con una squadra amministrativa lungi dall’essere unita. A queste si aggiungono le indagini sulla comunità montana che vedono il presidente iscritto sul registro degli indagati e un concorso comunale quanto meno inopportuno. Un concorso vinto in modo legittimo dall’assessore di Monte San Giacomo, Manno, ma che ha visto come presidente di commissione – almeno nella prima fase – il segretario di Sala Consilina (e anche di Monte San Giacomo) e che quindi ha fatto scattare quanto meno l’inopportunità. Un inopportunità evidenziata anche all’interno della maggioranza stessa e sulla quale potrebbe esserci ulteriori attenzioni in futuro.
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