La cicogna bianca: un atteso ritorno
| di Lucia CarielloNell’immaginario collettivo l’arrivo in primavera del grande uccello bianco che si posa sulle case e ne osserva senza alcun timore gli abitanti è certamente alla base della credenza che sia portatore di fortuna, nonché della graziosa leggenda legata alla nascita dei bambini, da lui accompagnati nell’ingrasso al mondo. La grande diffusione della cicogna in Europa nei tempi passati ci da ragione della sua posizione del tutto speciale nella tradizione popolare.
Per gli autori romani è uccello comune da tutti conosciuto, basti ricordare fra tutti Virgilio (Georgiche, II, 319 – 20), per il quale la primavera è caratterizzata dall’arrivo della cicogna nemica delle lunghe serpi
“….. vere rubenti candida venit avis longis invisa colubris”
e Petronio, ai cui tempi le cicogne nidificavano a Roma sui cornicioni dei templi e la loro effige era riprodotta su medaglie e monete.
Ai tempi di Dante la cicogna era comune in varie regioni d’Italia, ed il poeta ha fissato in versi stupendi quello che certamente aveva visto con i propri occhi (Purgatorio, XXV, 10 – 13):
“e quale il cicognin che leva l’ala per voglia di volare, e non s’attenta d’abbandonar lo nido, e giù gli cala”.
Per questo il ritorno delle cicogne che da oltre un quindicennio nidificano sul traliccio dell’Enel sito tra i comuni di Sala Consilina e Teggiano è stato osservato non solo con chiaro interesse scientifico ma anche, e forse soprattutto, con simpatia e rispetto dagli abitanti del luogo.
Per l’occasione l’Enel, devo dire giustamente, ha provveduto a mettere fuori servizio il tratto di linea interessato dalla nidificazione onde garantire un giusto e sicuro ricovero ai nuovi e simpatici “inquilini”.
Un’ultima annotazione: com’è noto la sua riproduzione in cattività è pienamente riuscita, ed essendo questo spesso il primo stadio dei tentativi di ripopolamento, non sembra esagerato sperare che tutta l’Italia possa essere riabitata dalle cicogne.
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