Salerno, al Teatro Verdi la Valchiria di Wagner tra mito e della rivoluzione teatrale

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Salerno, al Teatro Verdi la Valchiria di Wagner tra mito e della rivoluzione teatrale

Al Teatro Verdi di Salerno, venerdì 11 aprile ore 18,00 e domenica 13 aprile ore 16,00, andrà in scena la Valchiria di Wagner nell’ambito dello scambio culturale internazionale.

Secondo dramma della monumentale tetralogia L’anello del Nibelungo, La Valchiria rappresenta il nodo centrale dell’intero ciclo wagneriano. Concepita come la “prima giornata” del Ring, dopo il prologo L’oro del Reno, essa costituisce il momento più umano e drammatico della saga mitologica ideata da Richard Wagner, un’opera in cui il compositore tedesco realizza la sua rivoluzionaria visione di dramma musicale.

La composizione, maturata tra il 1854 e il 1856, prende forma in un clima culturale intriso di riflessioni filosofiche (Schopenhauer in primis) e tensioni ideali, riflettendosi in un’arte totale (Gesamtkunstwerk) che supera le convenzioni dell’opera tradizionale. L’opera, eseguita per la prima volta nel 1870 a Monaco, è il punto in cui dei e uomini si incontrano, si trasformano, si sfidano.

In un universo dove il potere degli dei vacilla, La Valchiria dà voce all’amore – incestuoso ma profondo – tra Sigmund e Sieglinde, al coraggio tragico della ribelle Brünnhilde e al dolore impotente di Wotan, dio e padre. L’opera si apre con una tempesta e culmina in un cerchio di fuoco, simbolo dell’amore e del sacrificio.

Musicalmente, Wagner abbandona le forme chiuse in favore della melodia infinita e di una fitta rete di leitmotive, che non solo identificano personaggi e concetti, ma si trasformano, attraversano l’intera tetralogia e accompagnano il divenire emotivo dei protagonisti. Dal celebre “Winterstürme wichen den Wonnemond” all’addio struggente di Wotan, La Valchiria offre momenti di altissima tensione lirica e spirituale.

È qui che l’arte di Wagner si fa pienamente moderna: il dramma non è più solo rappresentazione mitica, ma scontro di valori, contraddizioni interiori, scelte morali. Come sottolinea Luca Zoppelli, il pragmatismo del drammaturgo supera l’ideologo: Brünnhilde non è solo una guerriera, ma un’eroina etica, pronta a infrangere le leggi per seguire l’amore e la giustizia.

Tra passioni, visioni e tempeste sonore, La Valchiria è forse l’opera più amata della tetralogia. È l’inizio dell’evoluzione, il fuoco che accende la tragedia. E nel cuore della notte, sotto un cielo di fuoco, Wagner ci consegna il volto umano degli dei e la scintilla eterna dell’arte.

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