Come dimagrire correttamente
| di Christian De MartinoPer molte persone dimagrire rappresenta una reale ossessione, non solo per motivi estetici.
Spesso si sente parlare sconsideratamente dei risultati di:
-diete di tendenza, beveroni miracolosi e pillole magiche;
-pantaloni che fanno uscire il grasso dalla pelle, cosa che va contro tutti i principi fisiologici conosciuti fino ad ora;
-elettrostimolazione venduta come rimedio per la tonificazione/ipertrofia muscolare. A proposito di elettrostimolazione gli studi di Carmelo Bosco (Fisiologo Italiano di fama internazionale) ne hanno dimostrato l’inefficacia, in quanto non determina una risposta ormonale (necessaria per una “vera” crescita muscolare) bensì una contrazione passiva che non crea nessun reale stimolo al sistema ormonale.
Fatte queste premesse passiamo ora a come dover affrontare il dimagrimento.
Le persone differiscono ampiamente tra loro ed hanno una personale tendenza ereditaria ad accumulare grasso corporeo.
Questa sembra un’affermazione abbastanza ovvia ma alcune teorie sostengono che ogni persona tende ad essere in forma e in salute ad un determinato livello di grasso corporeo… NIENTE DI PIU’ SBAGLIATO!
La quantità di lipidi (grassi) abituali non è definita da geni ma deriva da ciò che si fa, da ciò che si mangia e dallo stile di vita.
Il corpo non ha nessun sistema di riferimento interno, ha solamente un “livello abituale”.
Se si mantiene un livello particolare di grasso per uno o due anni, il corpo adatta cellule adipose, capillari, nervi periferici, ormoni e tessuto connettivo per supportarlo strenuamente.
Questo livello è chiamato tecnicamente “fat point” (soglia adiposa).
L’organismo monitorizza costantemente questo livello e quando si perde anche solo 1 grammo di questo grasso a scopo energetico il corpo reagisce abbassando il metabolismo di base (calorie spese giornalmente in stato di riposo quindi in assenza di lavoro) aumentando l’appetito e convertendo in grasso il cibo assimilato al fine di mantenere inalterata la soglia adiposa (fat point).
Questo livello è modificabile (lentamente) sia in eccesso che in difetto.
Quindi per ottenere una variazione del fat point bisogna ragionare in termini di tempo rispettando alcune regole basilari.
Prima regola: non perdere più di mezzo chilo di peso la settimana ricercandolo tramite un deficit energetico di massimo 200 Kilocalorie al dì. Questo limite permette di salvaguardare il tessuto muscolare dal catabolismo (distruzione).
Cosa si perde, allora, in caso di cali di peso drastici? La risposta è da ricercare nella riduzione della quantità dei carboidrati, tipico delle diete “di tendenza” comuni.
I carboidrati forniscono “il glicogeno” (carburante per il corpo) che è presente nel muscolo (18 gr per chilo) e nel fegato di ogni essere umano. Ogni grammo di glicogeno lega circa 3.5 grammi di acqua, quindi perdendo carboidrati si perderà anche acqua e quindi “peso”.
Facciamo un esempio: una donna di 60 kg con 20 kg di massa magra ha 360 gr di glicogeno (20 kg x 18 gr) che moltiplicati x 3.5 gr di acqua danno come risultato 1260 gr, questo rappresenta il peso che si perde velocemente se si eliminano i carboidrati dalla dieta.
Da qui ne deriva che perdita di peso e dimagrimento non sono proprio la stessa cosa ed è per questo che l’attenzione di ognuno di noi deve dirigersi verso una perdita di grasso e non del peso.
Seconda regola: ripartire (senza maniacalità) l’assimilazione calorica in 5 o 6 pasti completi giornalieri con le giuste proporzioni di carboidrati (55%), proteine (35%) e grassi (15%) . Si deve stabilire il consumo calorico giornaliero e dividerlo per il numero dei pasti che verranno consumati ciò permetterà un adeguato apporto energetico, un reale controllo glicemico e una diminuzione di appetito.
Terza regola: allenarsi con i pesi per mantenere e/o incrementare la massa magra e far si che il metabolismo basale rimanga alto dando modo al nostro corpo di bruciare più calorie sia durante l’esercizio che le normali attività di tutti i giorni.
Ultima regola: svolgere un lavoro aerobico (25-35 min.) rispettando intensità adeguate che verranno stabilite, eventualmente, da un laureato in Scienze Motorie in funzione dell’età, del sesso, dello stato di salute e, meglio ancora, tramite eventuali test (VO2Max).
L’applicare queste regole, nel primo periodo (1 – 3 mesi), non porterà cambiamenti importantissimi ma, successivamente, la percentuale di grasso scenderà anche del 3 – 6 %. Nel frattempo il corpo avrà rimodellato cellule adipose, capillari e tessuti circostanti. A seconda della percentuale di partenza del grasso si potrà raggiungere la normalità ottimale soggettiva avendo intaccato minimamente la massa magra e per niente le difese corporee.
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