Salvitelle commemora Carmine Alfredo Romanzi, partigiano e scienziato che contribuì alla resa tedesca a Genova
| di Pasquale Sorrentino
A Salvitelle la commemorazione di Carmine Alfredo Romanzi, Partigiano – Medaglia d’argento al Valore militare scienziato e rettore dell’Università di Genova. Nato a Salvitelle l’8 settembre 1913, laureato in medicina a Napoli, si trasferisce nel 1939 a Genova, dove inizia la sua carriera universitaria nell’Istituto di Igiene.
Dopo l’8 settembre ‘43, Romanzi aderisce alla Resistenza: è il partigiano Stefano nelle formazioni “Brigate Giustizie e Libertà in Liguria”. Ricercato da fascisti e SS, opera in Piemonte e nel ponente ligure.
Nella primavera del ‘45 torna a Genova. È un momento di grande apprensione per la città che, occupata dai tedeschi e con le truppe alleate in arrivo, è ormai pronta all’insurrezione. Comandante della guarnigione tedesca è Günther Meinhold, generale prussiano di vecchia lega, che, da buon militare, prevede la dinamica degli eventi e matura la decisione di trattare la resa. Ne parla ai coniugi Giampalmo, lei Elisabetta Müller dottoressa tedesca, lui assistente universitario anatomo-patologo, collega e amico di Romanzi. Ed è con Romanzi partigiano che Meinhold vuole parlare. Romanzi, regolarmente autorizzato dal CLN, ha con Meinhold tre colloqui (11, 17 e 23 aprile) in cui vengono discusse le trattative di resa e viene fornita la mappa delle mine dislocate nel porto. Quando, il 24 aprile, la situazione in città si fa drammatica e l’insurrezione sta dilagando, Meinhold, dal Comando militare in Savignone, esige un ultimo incontro con Romanzi entro le 6 del mattino seguente, per definire ulteriormente le condizioni di resa. Pena, il ricorso agli ordigni esplosivi.
Soltanto alle ore 22, Romanzi, con lettera credenziale del CLN, riesce a partire da Genova su un’autoambulanza della CRI. Viaggio avventuroso e rischioso, tra l’incrociarsi dei due fuochi nemici, che termina a Savignone alle 5,45 del 25 aprile. Dopo un colloquio di due ore, alla fine del quale Meinhold consegna a Romanzi la propria pistola (sarà poi donata all’Istituto della Resistenza dove tuttora è conservata), ha inizio il viaggio di ritorno a Genova che si conclude a Villa Migone.
È a Villa Migone che, alle 19,30, dopo ore di trattative, verrà firmata da Meinhold la resa delle Forze Armate Germaniche. Genova fu liberata, senza l’intervento degli alleati, i quali entrarono così, il 27 aprile, in una Genova già libera.
Per il ruolo svolto nella liberazione di Genova, Romanzi verrà insignito di Medaglia d’Argento al Valor Militare per la resistenza partigiana (1957). Nel ’70 gli viene conferita la Cittadinanza onoraria Città di Genova.
Romanzi non parlò mai di coraggio nel ricordare la decisione che allora prese, affermando anzi di avere considerato semplicemente un dovere quella scelta che si sarebbe rivelata l’esperienza più importante di tutta una vita.
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