Santa Cecilia, nessuna moschea: nascerà un centro culturale e di studi arabi

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Santa Cecilia, nessuna moschea: nascerà un centro culturale e di studi arabi

Chiarezza dal Comune dopo le voci degli ultimi giorni: «Nessun luogo di culto, ma un centro culturale aperto al dialogo e alla conoscenza»

Santa Cecilia – Nessuna moschea sorgerà in via Virgilio. A rassicurare la comunità è una nota diffusa dal Comune dopo che, negli ultimi giorni, si era acceso un vivace dibattito pubblico riguardo alla possibile apertura di un luogo di culto islamico in uno dei quartieri più popolosi della zona.

Tutto è nato dall’acquisto di un capannone di circa 700 metri quadrati da parte di un’associazione culturale composta da cittadini di religione musulmana. La struttura, secondo quanto confermato dalla polizia municipale, è stata comprata per 350mila euro e inizialmente, anche a causa di voci infondate, si è diffusa l’idea che sarebbe stata trasformata in una moschea.

Il malcontento di una parte della cittadinanza, alimentato da post social e dichiarazioni poco verificate, ha generato confusione e tensioni. Tuttavia, fonti ufficiali parlano chiaro: il progetto non riguarda la costruzione di una moschea, bensì la nascita di un centro culturale e di studi dedicato alla lingua, alla storia e alle tradizioni arabe.

«Non c’è nessuna autorizzazione per un luogo di culto – spiega una fonte comunale –. I promotori dell’iniziativa hanno già presentato una richiesta per destinare l’immobile ad attività socio-culturali. L’obiettivo dichiarato è promuovere l’integrazione, lo scambio culturale e l’istruzione, soprattutto per i più giovani».

Il centro, secondo i primi dettagli, ospiterà corsi di lingua araba, incontri culturali, laboratori per bambini e momenti di confronto tra diverse comunità. Nessun minareto, nessuna preghiera collettiva in programma, almeno per ora.

«Ci auguriamo che questo progetto possa rappresentare un’occasione di crescita per tutta la comunità, non un motivo di divisione – dichiara un rappresentante dell’associazione acquirente –. Siamo cittadini che vivono qui da anni, lavorano qui, mandano i figli a scuola in Italia. Vogliamo costruire ponti, non muri».

Intanto, il Comune assicura che saranno effettuati tutti i controlli previsti dalla legge urbanistica e che eventuali variazioni d’uso dell’immobile dovranno essere espressamente autorizzate.

La vicenda, nel frattempo, invita a riflettere su quanto sia necessario, oggi più che mai, affrontare i temi dell’integrazione e della convivenza con equilibrio, evitando allarmismi inutili e cercando, invece, il dialogo e la comprensione reciproca.

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