Santa Marina, sindaco «nega» sala pubblica alla minoranza: «Come nel medioevo»
| di Marianna ValloneL’amministrazione di Santa Marina avrebbe negato al gruppo di minoranza consiliare l’uso della sala nel convento di San Francesco per un incontro con un cittadini, sottolineando che si tratta di un luogo non adibito allo svolgimento di un’assemblea pubblica e che al momento l’unica disponibile è quella consiliare nel capoluogo di Santa Marina. «Ancora una volta la maggioranza di Santa Marina non concede una sala per l’assemblea pubblica richiesta dai consiglieri di minoranza». A denunciarlo è il gruppo consiliare ‘Insieme’ che aveva richiesto la sala nel convento di San Francesco, «dopo il diniego precedente, con il quale la maggioranza non aveva dato la possibilità ai consiglieri di minoranza di poter svolgere l’assemblea pubblica presso la delegazione comunale di Policastro». Stando a quanto spiegato dalla minoranza in una nota, l’amministrazione, non concedendo la sala, avrebbe così negato di fare un incontro con i cittadini «per parlare con loro di alcuni argomenti chiave che sono sotto l’attenzione dell’intera Comunità di Santa Marina. Argomenti importanti che crediamo che l’intera cittadinanza abbia il diritto di sapere e di avere la possibilità di conoscere in modo più dettagliato».
Le date richieste all’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Fortunato erano il 3 e 10 marzo «ma ancora una volta si sono trovate scuse, dicendo che, tale sala non è adibita per lo svolgimento di un’assemblea pubblica (benché già utilizzata dal sindaco per tale scopo) e che al momento l’unica sala disponibile è quella consiliare nel capoluogo di Santa Marina». La risposta del sindaco, avvenuta il 27 febbraio, però alla minoranza non è andata giù. «Questa è l’ennesima dimostrazione che purtroppo nel nostro Comune vengono calpestati i principi cardini di democrazia e delle persone che hanno un’idea politica differente dall’attuale amministrazione. – scrivono – E’ assurdo che un’amministrazione comunale non dia la possibilità ad un gruppo politico di poter svolgere un’assemblea pubblica in un luogo scelto dalla minoranza, e che per la scelta del luogo bisogna accettare a tutti i costi le imposizioni di chi amministra. Ci viene negata ancora una volta la possibilità di svolgere il nostro ruolo di informazione nei confronti di una popolazione che ha il dovere di sapere e di vigilanza e controllo nei confronti dell’amministrazione». Poi concludono: «Troviamo ingiusto questo comportamento autoritario da parte dell’attuale sindaco che si dimostra sempre di più un podestà anziché un Sindaco dell’intera cittadinanza, con modi e metodi di gestione, risalenti al Medioevo».
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