Sapri, comitato di lotta in agitazione: «Totale fallimento delle politiche territoriali»
| di Marianna ValloneIl Comitato di lotta di Sapri entra in agitazione per la paventata chiusura del Punto nascita dell’ospedale dell’Immacolata. Lo rende noto con una nota stampa alla fine della manifestazione di protesta che si è svolta ieri mattina per le strade della cittadina della Spigolatrice. Annuncia uno stato di agitazione permamente «avendo constatato il totale fallimento di tutte le politiche territoriali, poste in essere dalle amministrazioni locali per la risoluzione della problematica, prendendo totalmente le distanze».
«Aprirà immediatamente una vertenza tesa alla rimozione del decreto che prevede la soppressione dei punti nascita di Sapri e Polla, e contemporaneamente si adopererà per il ripristino ed il potenziamento dei suddetti plessi ospedalieri e delle strutture sanitarie dei territori del basso Cilento e Vallo di Diano», si legge nel comunicato. «Collaborerà attivamente con i comitati territoriali del Vallo di Diano, creando un fronte comune per le successive azioni di lotta. Promuoverà tutte le iniziative utili al raggiungimento dell’obiettivo, promuovendole attraverso i media ed i social, sia sul territorio locale che in tutto quello nazionale. Nei prossimi giorni comunicheremo le successive azioni condivise di lotta», concludono dal comitato.
Ieri cittadini e sindaci sono scesi in piazza per protestare contro la decisione della Regione Campania, sulla base del parere del Comitato Percorso Nascita del Ministero della Salute, secondo cui dal 1° gennaio 2019 chiuderanno i punti nascita degli ospedali di Polla e Sapri per il numero delle nascite che non supera i 500 annui.
In centinaia ieri mattina per difendere i diritti di tante persone, come nel 1979 fece l’indimenticato don Giovannino Iantorno, capeggiando una delle rivolte più note che ha riguardato il Golfo di Policastro negli ultimi 50 anni.
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