Sapri, ferisce genero con una lama: condannato
| di Maria Emilia CobucciAccoltellò il genero ferendo pure la figlia: non fu tentato omicidio. Il gup del tribunale di Lagonegro, Ennio Trivelli, ha derubricato l’accusa in lesioni personali aggravate. L.T., 73 anni, di Sapri, è stato condannato in primo grado a 1 anno e 6 mesi di reclusione con il rito del giudizio abbreviato. Pena sospesa. Annullata anche la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa. L’aggressione per conflitti familiari avvenne nel mese di luglio di tre anni fa, a Maratea. L’uomo affrontò la coppia, genero e figlia, che vivono in Toscana, mentre si trovavano nella località balneare lucana. Quel giorno – era il 23 luglio – il 73enne saprese raggiunse Maratea per incontrare la figlia che vive fuori regione.
L’incontro avvenne in strada, nell’area pedonale del paese, nei pressi di piazza Buraglia, in un vicoletto di fianco a una delle chiese del paese. Suocero e genero iniziarono a discutere animatamente. La lite avvenne sotto gli occhi di decine di passanti, alcuni dei quali indicati dal pm Rossella Colella, richiesta di rinvio a giudizio, come testimoni tra le fonti di prova. La discussione prese presto una brutta piega. Dallo scontro verbale si passò ai fatti. Il 70enne, molto adirato, tirò fuori un coltello, lungo 19 centimetri e con lama da 9 centimetri, e sferrò due fendenti al genero, un 45enne originario del posto. Uno all’addome, che si conficcò per alcuni centimetri, e l’altro fallito all’altezza del torace.
Nella furiosa lite culminata con le coltellate si inserì anche la figlia del 73enne per difendere il marito e bloccare il padre. Anche lei rimase ferita e dovette fare ricorso alle cure dei sanitari dell’ospedale San Carlo di Potenza dove anche il marito fu trasportato in eliambulanza. Sul posto intervennero i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Lagonegro e la polizia municipale. L’anziano saprese, difeso dagli avvocati Franco Maldonato e Rocco Colicigno, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di tentato omicidio. Il giudice, letti gli atti e la relazione del medico legale Giuseppe Consalvo, ha ricostruito la vicenda iniziando a eliminare la premeditazione dell’aggressione. Il pensionato saprese è stato condannato anche per il porto abusivo di arma impropria. Quel giorno, infatti, il 73enne era partito dalla sua abitazione portandosi dietro il coltello. Arma che al culmine della furiosa lite con il genero, presente la figlia, tirò fuori dalla tasca per colpirlo due volte: una a segno con l’altra sfiorò il torace. Ferite che – ha deciso il gup – non misero in vero pericolo di vita il genero. Il caso, almeno in primo grado, può dirsi chiuso.
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