Sapri, inciampò in un passacavi: risarcita di 5mila euro
| di Maria Emilia CobucciInciampò in un passacavi di gomma sul marciapiede, c’è il risarcimento dopo sette anni. È il caso di una saprese che si è visto riconosciuta una somma di denaro di poco superiore ai cinquemila euro. A stabilire la responsabilità del Comune nell’incidente avvenuto in corso Umberto I, è stato il Giudice di pace di Sala Consilina. Nell’ultimo consiglio comunale, in seguito a sentenze passate in giudicato, l’amministrazione saprese ha riconosciuto debiti fuori bilancio per oltre 10mila euro per incidenti vari avvenuti su strade o aree di propria competenza. Era la sera del 14 agosto, in piena estate, quando la vittima inciampò nel passacavi di gomma e riportò danni che gli hanno provocato – dicono i certificati medici – una invalidità permanente. La donna stava percorrendo il marciapiedi del corso Umberto I, sul lato che delimita la villa comunale, quando «a causa della scarsa illuminazione, della mancanza di transenne e di adeguata segnalazione – si legge nella sentenza -, urtava un cordolo in materiale plastico collocato sullo stesso marciapiedi». Il passacavi aveva la funzione di copertura dei fili elettrici di alimentazione di un gruppo musicale che si stava esibendo sull’opposta area della carreggiata e del marciapiedi. Il concerto rientrava nel programma della manifestazione estiva “La notte blu” organizzata proprio dal Comune. La persona che stava rientrando a casa, a causa dell’ostacolo improvviso e non segnalato, rovinò a terra e battendo le ginocchia e il viso sul selciato riportò – dice il referto ospedaliero – «un trauma facciale con frattura ossa nasali, contusione escoriata alla fronte, contusione escoriata ginocchio sinistro». A causa dell’incidente sul marciapiede riportó anche una inabilità temporanea parziale per circa duecento giorni e un’invalidità permanente dell’8 per cento. Incidente del quale è stato ritenuto responsabile il Comune per negligenza. A causa di inciampi vari, il Comune si trova a pagare altri risarcimenti come quello avvenuto alla fine di marzo del 2016, all’altezza del civico 10 di Via Impieri quando la vittima «nello scendere dal marciapiede, inciampava a causa di un avvallamento creatosi sul manto stradale attorno ad un tombino di scarico per le acque reflue». Oppure della persona in scooter che, a luglio 2017, in via Falcone, cadde dal mezzo per colpa di un avvallamento provocato da alcuni lavori di scavi in strada
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