Sapri, minoranza attacca: «Ospedale destinato a rapidissima morte»
| di Redazione«Di ospedale si può anche morire». Con questa affermazione si apre il comunicato stampa del gruppo consiliare di minoranza ‘Insieme per Sapri’ riguardo la vicenda dell’ospedale dell’Immacolata che in questi giorni rimbalza sui social network di bacheca in gruppo occupando, spesso, le prime pagine dei quotidiani locali e i pomeriggi dei cittadini di Sapri e di mezzo Cilento. «Dopo la pretura, il Giudice di Pace, l’alta velocità che non arriva, la bandiera blu e il porto che non parte, con la pubblicazione del nuovo atto aziendale e l’imminente soppressione di alcuni servizi vitali per lo stesso, sembra chiudersi irrimediabilmente la parabola discendente che da qualche anno connota la città di Sapri e con essa la stagione dei proclami e delle bugie di un’amministrazione comunale che chiude così malinconicamente un percorso durante il quale la città ha perso il primato nel golfo. E’ innegabile – spiegano i membri di ‘Insieme per Sapri’ – che si dovesse attuare quanto previsto nell’atto aziendale, l’ospedale sarà destinato a una rapidissima morte. Noi crediamo che si sia perso del tempo prezioso e che nonostante le cose oggi note si mormorassero da qualche tempo, il nostro primo cittadino, troppo impegnato a chiedere per sé, ha dimenticato di chiedere per le persone che istituzionalmente deve rappresentare. Ovviamente ci auguriamo che, com’è successo in passato, si riesca a porre rimedio in qualche modo a quanto paventato e siamo pronti a dare il nostro contributo d’idee ed esperienza laddove si decidesse di coinvolgere il consiglio cittadino sulla vicenda. Ci auguriamo, inoltre, che questi accadimenti possano rappresentare l’occasione per aprire un dibattito serio, visti anche gli ultimi accadimenti giudiziari, sul ruolo dell’ospedale nel comprensorio e sulla sua distratta direzione che per troppo tempo ha finto di ignorare che lo stesso forniva servizi solo parziali alle popolazioni del golfo. Al sindaco va, infine, l’invito a riconsiderare il percorso della città negli ultimi anni e a convenire con noi che è stato un errore “vendere la primogenitura per un piatto di lenticchie”, perché se si svende l’autorevolezza che viene dall’essere il sindaco della città di Sapri per un posticino “par time” in un anonimo comune o per una millantata vicepresidenza, poi non ne resta abbastanza da difendere con le unghie i diritti sacrosanti delle comunità rappresentate. Non ci attendiamo una risposta ma un atto di amore per la città».
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