Cronaca di un sogno che muore
| di Giuseppe GalatoSecondo quanto reso noto dai ragazzi di Laboratorio 31 con un comunicato stampa sul net il 24 Settembre una squadra di operai dipendenti dal Comune di Sapri ha fatto irruzione all’interno dell’Orto Sociale di via Campesina devastando tutto, comprese le attrezzature, “utilizzando metodologie affini ad atti di puro vandalismo (tra l’altro devastando i vasi che contenvano le piante ed eradicando gli alberi allocati)”.
Ad appena un mese di vita dalla sua creazione l’Orto Sociale di Sapri così muore.
L’Orto Sociale era stato infatti inaugurato proprio lo scorso 24 Agosto dal gruppo di architettura “Seu” (SottoEffettoUrbano) e dalla Rete Associativa Cilentana “Laboratorio31”, fra l’entusiasmo di ragazzi e adulti felici di portare nel Cilento la filosofia dell’orto sinergico, impegnandosi nella coltivazione: “Occorre l’obbligo segnalare che le strutture esistenti in loco erano state realizzate a costo di enormi sacrifici economici e personali dai membri del Laboratorio, a costo zero per la collettività, per la mera voglia di far capire che basta poco per poter cambiare il corso delle cose“.
Il comunicato prosegue poi così:
L’assurdità e la pretestuosità di tali fatti è palese, anche perchè tra la rete Laboratorio 31 e la suddetta amministrazione comunale erano in atto ben precise trattative per giungere ad accordi destinati a definire la gestione dell’area, con attività ben precise e note quali la coltivazione mediante la tecnica dell’orto sinergico e la gestione dello spazio per attività socio-culturali.
Tale uso peraltro è stato felicemente apprezzato dalla popolazione cilentana nel corso dell’estate appena conclusa e la stessa gente del posto si è dimostrata ben lieta di avviare finalmente un discorso nuovo basato sulle problematiche emergenti e di comune interesse sociale.
Purtroppo, tutto quanto posto in essere dall’amministrazione comunale, dimostra, qualora ve ne fosse bisogno, la completa cecità ed insensibilità e chiusura della stessa verso il sociale in genere e verso tutto quello che può realmente interessare le comunità giovanili del territorio e le istanze tutte che provengono da tali settori, solitamente ignorati.
Ciò impone che, quantomeno, tutta la comunità locale si unisca intorno alla rete Laboratorio 31, affinchè si riesca a far capire che oltre ai singoli interessi della casta, esistono ragioni sociali che vanno tutelate e garantite, proprio per consentire ai giovani tutti, che hanno gestito tali spazi, di continuare ad avere una visione positiva della realtà che li aspetta ed anche al fine di poter esprimere al meglio le loro potenzialità.
La rete Laboratorio 31 resiste e continuerà a credere nelle attività svolte all’interno dell’orto sociale Via Campesina!!!
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