Scauratielli, struffoli e pastorelle: cosa non può mancare sulle tavole dei cilentani a Natale
| di Luigi MartinoIl periodo natalizio è un momento magico in ogni angolo del mondo, un’occasione per celebrare con luci, addobbi e, soprattutto, tradizioni culinarie che portano gioia e calore nelle case. Tra i protagonisti di questa atmosfera festiva spicca la figura di San Nicola – o Nikolaus – che in Germania, e in particolare in Baviera, cavalca il suo asino nella notte del 6 dicembre per lasciare piccoli doni come monete, cioccolato, arance e giocattoli nelle scarpe dei bambini buoni. Un gesto che riscalda il cuore e che viene ricambiato con canti natalizi.
Nel frattempo, più a Sud, in Italia, i preparativi per il Natale si trasformano in un tripudio di profumi e sapori che invadono le cucine. Nei borghi e nelle città, gli addobbi illuminano i centri storici con sculture di luce e alberi scintillanti, regalando scenari da fiaba che sembrano usciti da un quadro. Qui, il Natale vive attraverso i sapori unici dei dolci tipici che, immancabili, arricchiscono pranzi e cene durante le festività.
Campania: la tradizione dei dolci natalizi
Tra i grandi protagonisti delle tavole italiane spiccano il panettone e il pandoro, dolci ormai simbolo universale del Natale. Tuttavia, ogni regione custodisce gelosamente le sue ricette tradizionali, e la Campania è senza dubbio una delle più ricche in questo senso. I roccocò, i susamielli, i mustacciuoli, le zeppole di Natale e i raffiuoli rappresentano solo una parte del vasto repertorio dolciario campano. Molti di questi dolci combinano sapientemente miele, frutta secca e spezie, evocando sapori antichi e autentici.
Il Cilento: un viaggio tra castagne, miele e tradizione
Scendendo nel cuore del Cilento, la tradizione si arricchisce di dolci che raccontano storie di semplicità e ingegno. Sulle tavole cilentane non possono mancare gli scauratielli, gli struffoli e le pastorelle, dolci che uniscono generazioni e conservano il sapore autentico della cucina contadina.
• Scauratielli: conosciuti come “zeppole natalizie”, questi dolci affondano le loro radici in un passato di povertà, quando le famiglie creavano con quel poco che avevano a disposizione. Preparati con farina cotta in acqua e poi fritta, gli scauratielli vengono insaporiti con miele caldo e aromatizzati con ingredienti che variano da ricetta a ricetta. Gustarli caldi è un’esperienza unica, un tuffo nei sapori di una volta.
• Pastorelle: dolci di origine antichissima, preparati con un ripieno di castagne. Secondo la tradizione, erano le figlie dei pastori a realizzarli come omaggio ai loro fidanzati durante il periodo del fidanzamento, da cui il nome. Oggi, però, sono un simbolo del Natale cilentano, e ogni famiglia ha la sua variante della ricetta.
• Struffoli: seppur diffusi in tutta la Campania, anche nel Cilento questi dolcetti fitti e ricoperti di miele trovano posto d’onore sulle tavole natalizie. Decorati con canditi e piccoli zuccherini colorati, detti “diavolilli”, sono un’esplosione di dolcezza e allegria.
Un Natale da vivere e assaporare
Il Natale non è solo un momento di festa, ma anche un’occasione per riscoprire le proprie radici attraverso i sapori che raccontano storie di famiglia, cultura e tradizione. Che si tratti delle cucine profumate della Campania o dei piccoli doni lasciati da Nikolaus in Germania, il fil rouge è sempre lo stesso: celebrare la gioia e la condivisione.
Nel frattempo, se volete immergervi nell’incanto del Cilento e scoprire i segreti di queste ricette uniche, date uno sguardo al Giornale del Cilento, dove troverete spunti e dettagli per preparare i vostri dolci natalizi e portare in tavola un po’ della magia del Sud.
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