Scavi di Velia, sull’Acropoli tracce che risalgono all’età del Bronzo
| di Marianna ValloneLe pietre calpestate da Parmenide e Zenone non smettono di parlare. Il luogo dove si è formata la prima grande scuola filosofica presocratica dell’antichità ellenica, Elea, nel comune di Ascea, continua a raccontare una storia antica. Ad un metro dal suolo gli archeologi hanno trovato altra vita, oltre ogni aspettativa. Le ricerche si sono concentrate nella parte alta, il luogo più stratificato, l’Acropoli della città. «Erano almeno dieci anni che non si scavava a Velia», racconta entusiasta dei primi risultati il responsabile scientifico degli scavi, l’archeologo Francesco Uliano Scelza. «Il progetto ha preso il via quando c’era il direttore Gabriel Zuchtriegel, e prosegue con un lavoro di squadra, dalla direttrice Maria Luisa Rizzo e Massimo Osanna ma anche a chi vigila nell’area del Parco archeologico che protegge il nostro patrimonio, oltre ai liberi professionisti che danno un contributo scientifico per scrivere una storia importante, quella del passato di Velia».
Sull’Acropoli, nel punto più alto della città, gli archeologi hanno trovato nuove tracce che vanno ad arricchire ulteriormente e continuamente il patrimonio storico e archeologico di Velia. Gli scavi stratigrafici in corso conducono ai secoli precedenti alla fondazione della città di Elea, quando l’area doveva essere interessata da un insediamento, senza dubbio stravolto dall’arrivo dei coloni focei.
«Sigillato da un grande blocco di arenaria è uno strato risalente all’età del bronzo che ha restituito un gruppo cospicuo di materiali d’impasto con evidenti tracce di esposizione al fuoco che denotano la presenza di una struttura, forse un’abitazione, un’infrastruttura o una struttura difensiva», spiegano gli esperti. Materiali come anche vasellame, inducono a pensare ad una storia di due millenni precedenti a quella della scuola eleatica. «E’ un lavoro in progress, appena iniziato», evidenzia il funzionario archeologico Francesco Uliano Scelza «con un programma di indagini vario e impegnantivo, composto di numerosi sondaggi e studi».
L’area è stata oggetto di indagini archeologiche fin dai primi anni del ‘900. A partire da questa data numerose campagne di scavi si sono succedete nell’area dell’Acropoli, generando conoscenza e domande ancore irrisolte. L’attuale progetto di ricerca del Parco Archeologico di Paestum e Velia si inserisce in questa tradizione di ricerche e problemi, avviando un nuovo ciclo di indagini che si rinnoverà negli anni a venire. L’obiettivo dello scavo è quello colmare alcune lacune nella conoscenza di tutte le fasi di occupazione dell’acropoli di Velia, a partire da quelle più antiche, protostoriche, fino a quelle più tarde, medievali e moderne. Il progetto ha anche il fine di ampliare la percorribilità e l’accessibilità dei luoghi, fornendo dati per futuri progetti già programmati.
Con gli ultimi preziosi rinvenimenti si arricchisce così la documentazione e la conoscenza di una fase storica attestata finora solo da minime tracce e che ci offre la possibilità di affacciarci a un nuovo tema di questo territorio.
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