Scivolamenti e creatività: come far fronte alla crisi di senso?
| di Antonio CalicchioQuando eravamo bambini, le ferie venivano, non per caso, nominate “villeggiatura”. Da un punto di vista storico, dagli anni ’70/’80 del secolo scorso ad oggi il numero di giorni di ferie è diminuito. Ma non unicamente questo è mutato, come, purtroppo, indicano la cronaca nera e il disagio, non ultimo quello di Caivano. L’immagine di un segmento cospicuo dell’Italia evidenzia impoverimento, incrudelimento e malessere, di cui studi eseguiti individuano le cause efficienti. Come italiani, siamo soggiogati da due ordini di scivolamenti: il primo, è quello della classe media, che smotta, con l’effetto dell’incremento delle disuguaglianze. E non soltanto perché il nostro Paese, con difficoltà, ha arginato le conseguenze della globalizzazione dei mercati, che hanno spostato la produzione negli Stati a basso reddito, conseguendo esiti eccezionali, come il quasi azzeramento della povertà assoluta in Cina e la crescita di un intero continente, India compresa.
Fenomeni enormi, che conducono in un mondo multipolare, in cui i Brics si estendono e contano come le nazioni occidentali ad alta redditività, rivelandosi illusorio nutrire velleità di predominio. Il secondo scivolamento, in parte connesso all’altro, concerne il senso esistenziale dell’uomo, uomo che, dalle riflessioni compiute su di esso, risulta, costantemente e chiaramente, un “cercatore di senso”; e il senso esistenziale trova fondamento su un lavoro creativo, percepito come utile, sulle relazioni interpersonali, radicate nel principio del “più dai e più ricevi”, nonché sulla risposta all’interrogazione di senso o con una fede religiosa o con un ideale civile. Si tratta di valori comuni, che originano dall’idem sentire del susseguirsi delle generazioni, ma che appaiono inattuabili nell’odierna cultura e nei nostri ordinamenti economici, politici e sociali.
Addirittura nella nostra civiltà, se è vero – come sembra – che da una recente ricerca in Inghilterra si desume come quasi un terzo dei londinesi asserisca di svolgere un lavoro non utile o pregiudizievole e di non avere possibilità alcuna di cambiarlo. Il risultato di questi due scivolamenti è la crisi demografica, in quanto in condizioni economiche complicate e in povertà di senso esistenziale si annullano i due presupposti principali per edificare progetti di affetti e di famiglia. Questi due scivolamenti ne determinano un altro, costituito dall’involuzione della comunicazione civile. Il rancore e la povertà di senso compromettono la fiducia nelle istituzioni e nella collettività politica e culturale.
Un primo rimedio per curare la malattia è la “coscienza”: le forze politiche avvertono il problema, ne sono, appunto, coscienti, tentando di curarlo, mediante un confronto tra idee differenti. Ma se si intende procedere alla ricostruzione di quel bene comune del senso esistenziale, attraverso nuove sintesi, allora la risposta non può che essere più radicale, muovendo da un nuovo modo di concepire la politica, l’economia e la società.
La dimensione del senso e quella della creatività devono divenire essenziali, agevolando modelli finalizzati al ben-essere, così da indirizzare la rotta della società nel senso giusto, assumendo atteggiamenti contributivi e non estrattivi. Una comunità formata da rancorose nomadi da tastiera, che osanna sull’altare e vitupera nella polvere i leaders siccome si attende tutto da loro, non è accettabile e deve trasformarsi in una società di cittadinanza attiva, di partecipazione e di azione, che costruiscono la linfa della democrazia. Occorre investire nelle relazioni, scegliendo responsabilità e cura, che possono e devono contrastare il degrado e la criminalità, insieme anche a norme giuridiche più restrittive. Un territorio risorge e prospera nel momento in cui i suoi abitanti si domandano non solamente quanti mezzi possono ricevere dalla amministrazione, ma anche cosa possono fare – privatamente e pubblicamente – per concorrere a promuovere e a raggiungere l’interesse generale del proprio Paese.
Il complesso quadro testé delineato rende utopistico pensare che una sola misura o un solo atto possa risolverlo! Tuttavia, comprendendone la natura e i caratteri si può intraprendere un itinerario di rinascita nella coalescenza delle diverse dimensioni. Auguriamoci che nel prossimo futuro non mancheranno occasioni e modalità per farlo.
Buone ferie o buona villeggiatura, come dir si voglia, cari lettori.
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