Scoperto terreno con trappole e due cinghiali uccisi: fermati bracconieri
| di RedazioneDurante un servizio di vigilanza, in collaborazione con la Polizia municipale di Eboli, in via Costa San Giovanni del Comune di Eboli, è stato sorpreso un soggetto che sul margine della strada era intento a prelevare un cinghiale catturato con un cappio d’acciaio posto in un passaggio obbligato per gli animali.
L’uomo si è recato nei pressi di alcuni arbusti nascondendo qualcosa che aveva con se che poi successivamente è stato individuato in un fucile calibro 12 marca Breda, carico con due cartucce inserite a piombo spezzato di cui una in canna e l’altra in serbatoio.
Durante l’ispezione dei luoghi si è constato ulteriormente che il decesso del cinghiale era avvenuto tramite strangolamento da parte del cappio in acciaio. A pochi metri è stato rinvenuto un altro cinghiale morto, catturato con lo stesso metodo e sanguinante alla testa.
Da un primo rilievo visivo, confermato successivamente anche dal medico veterinario intervenuto sul posto, gli esperti hanno appurato che l’animale, nonostante fosse immobilizzato dal cappio in acciaio, era stato abbattuto con un colpo di fucile sulla testa, ferita compatibile con il fucile rinvenuto negli arbusti.
Durante l’ispezione, all’interno del terreno, che risultava recintato in ogni suo lato, sono stati rinvenuti altri 5 lacci trappole d’acciaio a forma di cappio posti in percorsi obbligati per il passaggio degli animali selvatici (cinghiali).
Dopo poco si è presentato un altro soggetto, proprietario del terreno che dichiarava che il fucile era suo ed era stato prelevato senza il suo consenso. Di fatto l’arma risultava regolarmente dichiarata.
A seguito di queste attività si è proceduto alla perquisizione domiciliare nel casolare di campagna di proprietà dell’ebolitano, posto a circa 100 metri dal luogo del rinvenimento dei cinghiali morti, dove sono state rinvenute oltre 100 cartucce, una gabbia trappola per avifauna; una tagliola in ferro artigianale, la stessa era munita di catena che non consentiva alla preda di poter scappare, una serie di corde di acciaio del tipo rinvenute sul luogo della cattura degli ungulati.
Inoltre, all’interno del frigo, nell’abitazione di campagna, si accertava la presenza di un ingente quantitativo di carne macellata, probabilmente appartenete alla fauna selvatica di cui parte di essa è stata prelevata per il successivo esame presso l’Asl Veterinaria. Per il sequestro amministrativo degli animali abbattuti veniva contattata la locale Asl. Due le persone denunciate.
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