L’Udc verso il partito della Nazione, Cirielli verso la Nuova Regione
| di Maria Antonia CoppolaE’ arrivato tranquillo, il presidente della Provincia Cirielli, nella bella location del teatro Blue Marine di Marina di Camerota, accolto da un folto numero di suoi sostenitori, che ha quasi messo all’angolo i padroni di casa dell’Udc, quando Cirielli, senza perder tempo, ha commentato il netto vantaggio di presenze del ‘popolo della libertà’.
“Un dibattito interessante”, così ci dice il presidente Cirielli, intervenuto stamani all’incontro organizzato dall’UDC Campania, “quello sul federalismo, sul quoziente familiare. Siamo una coalizione e mi fa piacere portare il mio punto di vista che è anche quello del mio partito su questo dibattito che è una festa degli alleati”.
Come la vede la necessità di cambiare nome dall’UDC a il partito della Nazione.
E’ una scelta dell’Udc. Fa piacere che il valore del patriottismo, della nazione abbia sfondato anche al centro. E’ un valore storicamente di destra che il popolo della libertà ha portato avanti e incomincia a farsi strada anche negli alleati, mi fa piacere.
In contrasto con quanto sta proponendo la lega
La lega porta avanti politiche localiste al nord ed è un partito forte al nord. Credo che la lega non è il male, è un sintomo di un male. I partiti tradizionali si impegnano poco sul territorio, compreso anche il mio.
Durante il suo intervento Cirielli ha espresso il senso che oggi ha il federalismo, in un territorio come quello Campano.
Federalismo e nuova Regione
“E’ ovvio che con il federalismo fiscale aumenterà il centralismo regionale, molti trasferimenti non verranno più in capo ai comuni e alle Province, e aumenterà l’irpef regionale aggiuntiva, con il risultato che secondo le nostre stime, già noi, oggi paghiamo Irap e irpef 100 e ci viene restituito 50/60 da Napoli.
Anche sul piano delle risorse, io vado molto d’accordo con il presidente Caldoro, ma non è che il futuro dei nostri figli vada rimesso ai buoni rapporti tra me e Caldoro, bisogna mettere nero su bianco, quali sono le competenze, quali sono le risorse e quali sono le infrastrutture, anche all’interno della Regione Campania. Il federalismo non è soltanto un problema tra Sud e Nord, è un problema complessivo. La provincia di Salerno ha, per esempio, 2500 km di strade provinciali e la provincia di Napoli ne ha 500. Vogliamo vedere quali sono gli interventi sulle infrastrutture, sulla viabilità che si fa in provincia di Salerno da parte della regione Campania? In un anno dalla Regione Campania non ho avuto ancora un euro per un’opera pubblica. Da Bassolino, ho ricevuto soldi per manifestazioni ludiche, sotto la voce ‘turismo’, mentre mi servivano cose più importanti. Le province devono essere un livello di area vasta, di capacità di aggregazione e di leadership, rispetto ai problemi sovra comunali, che di per sé non possono essere risolti. Le Regioni devono svolgere un ruolo legislativo più marcato, e avere la capacità di pianificazione sulle spese importanti come quelle dei fondi europei. Abbiamo restituito 500 milioni di fondi europei del vecchi piano quinquennale, perché si è pensato di usare i finanziamenti per fare le piazze nei paesi, invece di grandi opere. E quest’anno siamo senza possibilità di spendere nulla fino a dicembre per via del patto di stabilità che abbiamo violato.
La nuova Regione è un’iniziativa condivisa. C’è un forte sentimento autonomista un po’ in tutta la provincia. La realtà è che sono tutte questioni che derivano da Napoli che non ci ha mai sostenuto troppo. Oggi si tratta di dare una risposta a questa esigenza. Io approvo questa linea. Ovviamente è un ragionamento di medio e lungo termine.
Gambino, ospite della manifestazione ha accompagnato il presidente Cirielli
Interessa molto il nuovo dibattito sul gruppo ‘principe d’Arechi’e sulla proposta della nuova Regione. Lei fa parte del direttivo?
Gambino: “Faccio parte del direttivo e sono fra i fondatori, ovviamente su imput del presidente Cirielli, il quale ha avuto una idea lungimirante. Questo progetto non è soltanto una provocazione, è qualcosa in cui si crede. Riuscire a realizzare una nuova Regione nella provincia di Salerno che si possa distaccare da Napoli, dal napolicentrismo e da quelle che sono le problematiche che in passato hanno rappresentato un freno a mano per lo sviluppo anche delle nostre realtà e della nostra provincia. E’ un’idea che affascina molti.
Intanto per il Cilento che intendete fare a livello di politica provinciale?
C’è un impegno per l’intero territorio provinciale, dove il Cilento rappresenta e può rappresentare il motore attraverso il quale far ripartire lo sviluppo economico, con il rilancio del turismo, che dev’essere il volano dell’economia di tutto il territorio della provincia di Salerno. In termini infrastrutturali, investire. So per certo che il presidente Cirielli ha presentato progetti ambiziosi per quest’area della provincia: la strada del parco è importante, quando sarà finanziata avvicinerà molto Salerno con l’area sud della provincia, quindi con il Cilento. Potenziare le strade che già ci sono, rendendole più sicure. Incentivare gli imprenditori locali e quelli che vengono da fuori dal territorio, ad investire, qui nel Cilento, in modo da rendere quest’area sempre più di attrazione per nuovi investimenti.
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