Per un’anestesista anche trecentomila euro l’anno. Stipendi d’oro all’ospedale di Sapri

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Per un’anestesista anche trecentomila euro l’anno. Stipendi d’oro all’ospedale di Sapri

 

 

 

360 mila euro al primario radiologo. I medici più ricchi della provincia sono a Vallo della Lucania. Agli anestesisti 200 mila euro in media

Li chiamano ospedali di frontiera, perché Vallo della Lucania, Sapri e Roccadaspide sono troppo distanti da Salerno e non è neanche facile raggiungerli. Negli ospedali di frontiera, destinati, la maggior parte di loro, ad uscire dalla rete dell’emergenza, gli stipendi dei medici e dei responsabili dei reparti, però, non sono affatto compromessi. Anzi, lievitano più che in ogni altro presidio del capoluogo di provincia. Basti pensare che il record delle buste paga se lo aggiudica il presidio ospedaliero di Sapri. Dove c’è Domenico Pompeo che guadagna 364mila 373 euro. Pompeo è il primario del reparto di radiologia di Sapri, un presidio territorialmente più vicino alla Lucania che a Salerno, ma dove, a quanto pare, è facile raggiungere cifre da capogiro.

IL FUORICLASSE – La busta paga del responsabile di Sapri è un caso isolato, perché non c’è nessun altro medico che lavori nei presidi del Cilento e del Vallo di Diano che possa vantare uno stipendio simile. Perfino il primario di radiologia di Rocccadaspide, Giangiuseppe Peduto, riesce a stento ad arrotondare a 247mila euro. Eppure, i colleghi di Pompeo non possono di certo lamentarsi. Non eguaglieranno mai il primario ma i loro stipendi non sono niente male.

ANESTESISTI AL TOP – I più ricchi si confermano ancora una volta gli anestesisti rianimatori dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Dove ci sono i 280mila euro di Francesco Sparano, i 213mila euro di Gaetano Pacente, i 207mila di Aniello Greco, i quasi 203mila euro di Aquilino Di Vita, i 195mila di Luigi Gallo e i 194mila emezzo di Corrado De Martino. Nel presidio di Polla Sant’Arsenio, il responsabile della rianimazione, Luigi De Angelis, guadagna 234mila e 558 euro, quasi 10mila euro in più rispetto al primario di chirurgia di Roccadaspide, Pantaleo De Luca, e quasi 30mila in più rispetto al collega che a Sapri svolge le stesse funzioni, Giuseppe Di Vita.

IL PRIMARIO GUADAGNA MENO – Nel presidio di Sapri, però, compare subito una contraddizione: se il primario Di Vita guadagna quasi 209mila euro, un anestesista senza funzioni dirigenziali ne riceve 250 in meno. Non paragonabili, però, ai quasi 224mila euro racimolati in busta paga dal collega anestesista di Agropoli, Antonio Giliberti. Ma neanche paragonabili ai 230mila che ogni anno si vede in busta paga un altro anestesista di Sapri, Ciro Saturno. Gli anestesisti superano, in busta paga, chirurghi, medici di laboratorio, biologi e specialisti di patologie cliniche.

Il sindacalista: medici lavorano per più presidi,per questo assunzioni ferme.

Per un’anestesista anche 300 mila euro l’anno.

Una spiegazione agli stipendi d’oro dei medici dell’ex Asl Sa3 c’è. E’ semplice e la fornisce Gianfranco Longo della Rsu-rappresentanza sindacale di base del presidio San Luca di Vallo della Lucania. «I medici lavorano il doppio dell’orario dovuto e, di conseguenza, gli stipendi si triplicano e si quadruplicano — dice il sindacalista — ma le stranezze non finiscono qui. Ci sono medici che lavorano in presidi diversi per sopperire alla carenza di organico. Ad Agropoli, per esempio, ci sono solo tre anestesisti e lo stesso accade negli ospedali più piccoli, dove comunque bisogna garantire la presenza 24 ore su 24 con almeno due unità, una per la rianimazione e l’altra per l’emergenza. Senza contare poi che bisogna assicurare la funzionalità delle sale operatorie».

E’, insomma, un difetto di organizzazione. «A Vallo abbiamo due distinte unità, rianimazione e anestesista— rileva Longo— dovremmo avere un medico per entrambe e un terzo che si occupi solo dell’emergenza. Invece accade che ci sono volte in cui ce ne sono di più. Ogni ospedale deve essere preposto ad un intervento completo e non a trasferire i pazienti che non possono essere assistiti per carenza di strutture o personale. Ciò però non significa che non si debba garantire sempre la funzionalità della struttura a disposizione. Ma noi viviamo un paradosso: si preferisce pagare 400mila euro un medico e non assumerne altri. Si avrebbero gli stessi costi».

 

 

fonte: Corrieredelmezzogiorno.it

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