Sistema Alfieri, dalle indagini spuntano nuovi appalti. Procuratore: «Organizzazione stabile»
| di RedazioneL’intricata indagine sul ‘Sistema Alfieri‘, continua a riservare colpi di scena. La Procura di Salerno, guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli, ha avanzato una contestazione che mette in luce una presunta «organizzazione stabile» finalizzata alla «commissione di una serie indeterminata di reati», tra cui turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e altri reati contro la pubblica amministrazione e la fede pubblica.
Queste accuse emergono nell’ambito della seconda tranche dell’inchiesta, un vero e proprio terremoto giudiziario che sta scuotendo le amministrazioni pubbliche salernitane. Al centro dell’inchiesta si trova il presidente sospeso della Provincia e sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, arrestato inizialmente in carcere e successivamente posto ai domiciliari su decisione del tribunale del Riesame.
Gli appalti sotto accusa
L’inchiesta si concentra sugli appalti pubblici nella città dei Templi e su tre gare di grande rilievo economico: un lotto della Fondovalle Calore, l’adeguamento della strada Aversana e il sottopasso ferroviario di Capaccio Paestum. I pubblici ministeri sospettano che l’associazione a delinquere contestata abbia esteso i propri interessi anche ad altre procedure pubbliche milionarie.
Per chiarire la portata delle presunte ingerenze, sono stati sequestrati i dispositivi informatici degli indagati, con l’obiettivo di verificare ulteriori elementi utili all’inchiesta.
Ipotesi di regalie e collusioni
Secondo i magistrati Stefania Faiella e Alessandro Di Vico, le gare d’appalto sarebbero state turbate attraverso «doni, collusioni e mezzi fraudolenti», finalizzati a condizionare le modalità di scelta del contraente. Tra gli elementi al vaglio degli inquirenti ci sono ipotesi di “regalie” offerte per garantire gli esiti desiderati dagli indagati. Attualmente, l’analisi dei dispositivi informatici dei sette coinvolti rappresenta un tassello cruciale per confermare questa linea investigativa.
Ruoli e responsabilità nell’associazione
Le indagini hanno permesso di delineare i presunti ruoli degli indagati. Franco Alfieri, figura chiave dell’inchiesta, avrebbe mostrato un peculiare interesse nella progettazione esecutiva delle opere e nelle procedure d’appalto, nonostante non avesse alcun titolo per intervenire. Le intercettazioni rivelano che Alfieri, insieme a Federica Turi e Andrea Campanile, avrebbe celebrato l’assegnazione del sottopasso ferroviario alla società Cogea, considerata vicina all’imprenditore Nicola Aulisio, anch’egli indagato.
Andrea Campanile viene descritto come il “factotum” di Alfieri, partecipando attivamente alla progettazione esecutiva di Fondovalle e Aversana e manifestando entusiasmo per i successi della Cogea.
Il consigliere regionale Luca Cascone, secondo gli inquirenti, avrebbe partecipato a discussioni non ufficiali all’interno di un gruppo WhatsApp dedicato alla progettazione esecutiva delle opere pubbliche, pur non avendo alcuna delega formale per farlo. Di recente, Cascone ha rinunciato alla delega sui lavori pubblici e trasporti.
Infine, Giovanni Vito Bello, dirigente del Comune di Capaccio Paestum, avrebbe ricoperto un ruolo rilevante nella progettazione delle opere e in altre procedure sotto indagine, tra cui l’appalto della via Magna Grecia, assegnato alla Cogea Impresit srl.
Verso ulteriori sviluppi
Le accuse mosse dalla Procura di Salerno amplificano il sospetto che l’associazione abbia operato in modo sistematico per interferire nelle gare pubbliche, estendendo le proprie mire ben oltre i casi già emersi. Gli inquirenti continuano a setacciare ogni dettaglio, alla ricerca di riscontri che possano consolidare il quadro accusatorio e portare alla luce eventuali altre irregolarità legate al “Sistema Alfieri”.
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